2006 BRASILE
Rio Grande do Norte
Una condizione estremamente favorevole praticata da un noto tour operator italiano ed eccomi in volo per la quinta volta in direzione del Brasile per visitare una delle più interessanti e piacevoli zone di questo immenso paese. Il nord-est infatti regala al viaggiatore spiagge bellissime e deserte, oltre ad un territorio, il Sertao, molto caratteristico con la sua aridità cespugliosa inframmezzata da gradevoli montagne granitiche. Partiti alle 11.20 dall’aeroporto milanese della Malpensa, atterriamo a Natal alle 16.00 ora locale. Il villaggio verso il quale siamo diretti è situato nei pressi di un monumento naturale di questa zona. Il Morro da Careca infatti è una singolare montagna di sabbia ricoperta da vegetazione tranne che per una stretta striscia centrale. Il complesso è costruito a terrazzamenti e dopo aver sistemato le nostre cose, attraverso una scalinata che porta direttamente alla spiaggia, io e la mia famiglia si fa una passeggiata sulla battigia, respirando già a pieni polmoni le atmosfera colorate locali. Qui siamo a 5 gradi dalla linea dell’equatore perciò il sole sorge presto, ma sparisce anche altrettanto velocemente infatti è già scurissimo. L’indomani mattina mi sveglio molto presto, alle 6.00. Il sole è già presente e decido, prima di fare colazione, di scendere in spiaggia regalandomi il primo bagno. L’acqua è tiepida e gradevole. In lontananza un gruppo di barche getta le reti che in seguito, trascinate verso riva consegneranno il sostentamento a molte famiglie di pescatori. La mattinata la trascorriamo nella spiaggia della struttura, ma non potrà essere certo questa la mia vita nei prossimi giorni e così comincio a pensare a delle alternative che in qualche modo avevo già cercato di pianificare dall’Italia. Nel primo pomeriggio, grazie alla mia parziale conoscenza della lingua portoghese cerco un affitta macchine, trovandone uno molto conveniente e non troppo distante dal nostro resort. Mi accordo con loro e già di sera vado a ritirare la Uno che pagherò 60 real al giorno. Faccio benzina ed in seguito, dopo essermi recato con Gosia al Praia shopping per acquistare una mappa della zona, decidiamo di visitare per domani la zona sud di Natal, capitale del Rio Grande do Norte. Purtroppo non sempre le aspettative vengono soddisfatte, infatti durante la colazione ci accorgiamo che il tempo peggiora, liberando una pioggia battente. Non è più possibile partire con i figli in queste condizioni e decido di approfittare di questa giornata diciamo negativa per concedermi quell’escursione che comunque pensavo di fare da solo nel Sertao. Certo si comincia con i peggiori auspici ed in ritardo rispetto all’ora alla quale mi sarebbe piaciuto partire, ma non sempre le cose vanno come uno lo vorrebbe!. Cartine in pugno e dopo aver attraversato tutta la città, mi dirigo verso l’interno. Non è semplice viaggiare da solo, ma oramai sono provato a tutto e non mi fanno certo paura le strade brasiliane, anzi!. Gli abitati si fanno di colpo più radi lasciando spazio in fretta alla vegetazione, ai campi, in buona sostanza alla “mata”. Non so bene che itinerario seguire dato che non esistono molte informazioni sulla zona che oltretutto è molto vasta, perciò decido di percorrere un grande cerchio per avere almeno un idea della sua conformazione. Si fa solo riferimento a qualche villaggio dove si può vedere ciò che rimane degli “engenhos”, nuclei di produzione dello zucchero, comunità autosufficienti nelle quali si concentravano un tempo ed in parte anche oggi le piantagioni. Questi siti tuttavia sono sparsi in un territorio immenso e non avrò certo il tempo di visitarli. Dopo aver chiesto ad un gruppo di poliziotti delle informazioni che comunque non hanno saputo darmi, proseguo lungo una strada solitaria che si infiltra nel nulla. Intorno solo cespugli, qualche palma e minuscoli villaggi. Dopo Santa Maria Reachelau ecco Lajes, con il suo vulcano bene in vista. Il paesaggio sta assumendo contorni piacevoli, con in lontananza le sagome di alcune montagne di granito. Dopo Fernando Angicos devio in una strada laterale che punta verso San Rafael e da questo momento sarà tutta un’altra cosa, con paesaggi suggestivi che nulla hanno a che fare con l’aridità generale del Sertao. Lagune tranquille dove basta serrare gli occhi e lasciarsi trasportare dai suoni della natura, montagne di granito che sembrano scolpite da ciclopici artisti che le hanno dato forme incredibili. Intorno è una magia che mi fa levitare. E’un piacere assoluto. Dopo aver ammirato l’enorme represa de San Rafael e sceso verso sud fino a Jucurutù, sul rio Piranas prendo la strada del ritorno puntando verso Floreana. Mi rendo conto che sto viaggiando a casaccio, comunque in una zona piacevole, impreziosita da scorci di rara bellezza. In questo villaggio sosto in un locale concedendomi un delizioso churrasco con fejoada. Squisito!. E’ ormai pomeriggio e devo fare in fretta a puntare per Natal!. Le tenebre stanno calando e dopo aver oltrepassato il villaggio di Monte Alegre, mi ritrovo immerso nella campagna, con il sole che sta irradiando i suoi ultimi raggi di magica luce. Non sarà semplicissimo trovare la giusta strada per il Morro da Careca, ma grazie a qualche informazione recuperata qua e là, giungo a destinazione alle 18.40 dopo aver percorso la bellezza di 540 chilometri, quasi tutti nel Sertao. Cena con la famiglia nutrendo la speranza che domani il tempo sia più adatto ai bagni che ci eravamo prefissati di fare. Per fortuna il tempo ci ha gratificato di una giornata accettabile e dopo colazione, con Gosia, Giorgio e Paolo raggiungiamo per primo il vicino Pirangi do Norte, località che figura nel guiness dei primati per la presenza dell’albero di caju(anacardo) più grande del mondo. Splendido con la sua chioma che si può ammirare da una torretta, si estende per 7.000 metri quadrati di superficie, esteso perciò quanto un campo di calcio col suo inestricabile dedalo di radici. Più avanti, dopo alcuni chilometri percorsi lungo il litorale sud, veniamo attratti dalla selvaggia solitudine della lunghissima spiaggia di Buzios. Le onde sono abbastanza pericolose per i bambini, ma in alcuni punti è davvero divertente farsi sconvolgere dalle acque. Ripresa l’auto veniamo fermati da alcuni locali che ci fanno notare alcune caratteristiche della zona. Da una sorta di belvedere ammiriamo giù in basso, la praia di Tapatinga che sembra sia una zona di “alimentacao natural” per i delfini. Ne scorgiamo distintamente alcuni con le loro pinne caudali inconfondibili. Pochi chilometri ancora e carico in auto un “menino” che ci porta a visitare prima la laguna d’acqua dolce di Arituba. Qualche sdraio, ombrellone ed una struttura turistica che consente a qualche scemo di farsi imbracare come un salame e una volta salito su un impalcatura, farsi scivolare attraverso una fune e poi cadere in acqua. Per fare una cosa simile mi dovrebbero pagare perciò, dopo un quarto d’ora di piacevoli bagni ci trasferiamo nei pressi di un resort sulla costa dove sembra che ogni giorno, verso mezzodì le tartarughe marine vengono quasi fino a riva per mangiare. Si vedranno a malapena, anche per colpa del mare non certo calmo, ma nel frattempo approfittiamo per pranzare. Proseguiamo in seguito ancora più a sud mentre il tempo sembra guastarsi e scende ora una fastidiosa pioggia. Ci allontaniamo dalla costa per poi ritornarvi nei pressi di Tibao do sul, ultimo municipio del Rio Grande do Norte prima dello stato del Paraiba. Da qui si ammira una bella laguna e dall’alto, spiagge bianchissime, raggiungibili però solo in ferry boat. La strada costeggia un alta falesia con splendidi scorci marini e della costa sottostante. Talvolta sono presenti scalinate che portano direttamente giù alla spiaggia ed è a Ponta Madeiro che ne discenderemo una, concedendoci un piacevolissimo bagno fra le acque schiumeggianti. In mezzo alle onde Giorgio e Paolo si divertono moltissimo ed anch’io non disdegno il mare movimentato. In seguito ci spingeremo fino alla famosa località di Pipa, nota per la bellezza del suo contesto naturale. Il tempo si è definitivamente guastato e non è più piacevole restare. Speriamo di essere un po’ più fortunati nei prossimi giorni. Ritorniamo al villaggio, contenti comunque di aver respirato in solitario delle vere atmosfere brasiliane. Il giorno seguente si decide di puntare in direzione del litorale nord. Il sole pare prometterci una piacevole giornata di mare ed è per questo che siamo ansiosi di recarci al celeberrimo sito di Genipabu. Qui prendo accordi con un “buguero” per farci vivere la spettacolare esperienza delle dune su di una piccola buggy. Il parco delle dune di Genipabu è un formidabile complesso di dune alte fino a 50 metri a ridosso del villaggio omonimo. Si visitano appunto a bordo di buggy con le quali si salgono e ridiscendono, talvolta col cuore in gola. Sarà una spettacolare esperienza che non dimenticheremo mai!. Su e giù per le dune e persino di traverso!. Infine si ammira la laguna di Genipabu per poi ridiscendere fino alla costa e attraverso la spiaggia fino al villaggio ed alla nostra auto che abbiamo lasciato nei pressi di un distributore di benzina. Ritorniamo sui nostri passi trascorrendo un po’ di tempo nella lunghissima spiaggia appena ammirata. Sarà una magnifica sosta, in un luogo incantevole. Pranzo a base di aragoste sulla “areia branca” e quindi ripartiamo raggiungendo un sito poco distante. Vogliamo guadagnare la spiaggia di Pitangui e il modo più veloce è quello di prendere una “balsa”, una chiatta che trasporterà noi e la nostra auto fin dall’altro lato della laguna. Anche queste sono esperienze e posso garantire che i figli sono stupefatti di ciò che stanno vivendo. Eccoci a Barra do Rio e subito dopo sostiamo alla bella praia di Giacandu dove resteremo una mezz’oretta a giocare con le onde. La spiaggia è completamente nostra per una estensione di centinaia di metri e questo mi regala una sensazione paradisiaca. Ripartiamo quindi verso Pitangui dove veniamo a conoscenza di una laguna poco distante, importante meta turistica. Ci rechiamo ed in effetti è un luogo curioso, con la presenza di una ampia laguna all’interno della quale si può comodamente sedere a dei tavolini posti direttamente all’interno delle sue acque. Berremo un drink per poi proseguire oltre Pitangui e sostare nei pressi di un altra spiaggia solitaria, selvaggia, che farà da cornice all’ultima parte di questa nostra straordinaria giornata. Il ritorno a Natal sarà gioioso, come altrettanto piacevole sarà la conclusione serale al teatro del resort dove assisteremo ad uno spettacolo di artisti locali. La vacanza sta procedendo nel complesso bene, ma non ci ha ancora regalato il suo climax che ci verrà donato domani quando ripartiremo con l’auto in direzione ancora della località di Pipa. Alle 7.30 partiamo con la speranza di ammirare da vicino i golfinhos(delfini). Raggiunta la famosa località, prendo accordi con dei locali e dopo un quarto d’ora ci ritroviamo su di una piccola imbarcazione che dal porticciolo locale naviga in direzione di due baie poco distante dove è consuetudine durante la mattinata che i delfini si rechino per mangiare. Per loro è una zona di “alimentacao natural” e per i turisti una immancabile occasione di avvicinare questi curiosi mammiferi. Saremo fortunati perché già all’interno della prima baia, a poche decine di metri dalla riva scorgiamo le prime pinne. Che straordinaria esperienza!. Sono due, tre, quattro ed è bello vederli uscire talvolta dall’acqua per poi rientrarvi. L’adrenalina è tanta e non resisto. Voglio nuotare insiemi a loro. Prendo la maschera, ma una volta in acqua mi accorgo che non si vede niente di sotto, perciò mi resta solo la speranza che mi si avvicinino il più possibile. Ogni volta nuoto verso il punto nel quale li ho visti emergere ed in alcuni casi me li ritroverò abbastanza vicini. E’ una magia questa e non posso credere a quello che mi sta capitando. Tutta la famiglia resta estasiata ad ammirare lo stupendo spettacolo. Anche loro nuoteranno in acqua purtroppo senza molta fortuna di avvicinarli. L’esperienza che ho avuto è elettrizzante!. Risalgo in barca raggiungendo la seconda baia ed anche qui li avvisteremo, ma mi accorgo che alcuni di loro sono davvero molto vicino alla spiaggia e non vedo l’ora di raggiungerla in seguito con l’auto, una volta tornati al porto da cui siamo salpati. Così faremo e dopo aver raggiunto la località di Ponta Madeiro, scendiamo la lunga scalinata, sistemandoci sulla lunghissima spiaggia omonima. Dopo i primi bagni scorgo dei delfini a circa 50 metri dalla riva. Non ci posso credere. Rientro in acqua come un invasato e nuoto come nella direzione in cui li ho avvistati. Ormai sono ad una ventina di metri dal più vicino bagnante e mi guardo attorno. Improvvisamente ecco un delfino che emerge non troppo distante da me. Nuoto ancora verso di lui. Eccolo ancora e poi ancora un'altra volta. Sarà un orgasmo emozionale. Sono solo io e lui e talvolta mi riemergerà a pochi metri per poi sparire nuovamente nelle acque blu. Eccone un altro e con lui rifarò le stesse cose fino a che vengo avvicinato da altre persone che si sono accorte della situazione. Sarà un quarto d’ora di magia pura, fino a che le emersione diventeranno più rare e riguadagnerò la riva. Coccolerò il ricordo di questi momenti per tutta la vita!. Purtroppo comincia a piovere e ci ripariamo sotto la tettoia di paglia del ristorantino sulla spiaggia, approfittando per pranzare. Il tempo non ne vuole sapere di migliorare, ma partiamo ugualmente in direzione di un sito che ci pare possa essere grazioso da visitare. Dopo informazioni prese ci dirigiamo verso la località di Cunhao e ci arriveremo utilizzando per la seconda volta una locale ”balsa”. Purtroppo piove e l’esperienza non è attraente, ma l’ambiente selvaggio ci dona comunque una buona dose di emozioni. A Barra do Cunhao c’è un litorale stupendo, ma la pioggia impedisce di fatto un godimento al resto della famiglia perciò si decide a malincuore di ritornare sui nostri passi e quindi a Natal. La giornata seguente è stata dedicata interamente al riposo, giù nella nostra spiaggia di Ponta negra. Sarà soleggiato tutto il giorno ed il soggiorno tutto sommato gradevole anche se mi sarebbe piaciuto che la vacanza durasse più giorni. D'altronde lo sapevamo che non ci potevamo ritagliare più di una settimana e nel complesso siamo riuscito ad ottenere un bel po’ di esperienze. Ancora oggi ho una inguaribile “saudade” di questo paese incantevole, che da molti anni ho eletto come la mia seconda patria!.
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