2009 BRUXELLES
Capolavoro del Brabante
Atterrato all’aeroporto di Charleroi, un pullman mi porta direttamente alla Gare du Midi della capitale belga. Via in taxi allo Sleep Well, l’ostello già prenotato dall’Italia e quindi comincio la visita intorno alle 11.30. Mi dirigo subito verso la vicina Grand Place, cuore storico, geografico e culturale di Bruxelles. Vivace piazza in selciato di ciottoli è il centro dell’attività della città da quattro secoli e rappresenta uno straordinario esempio di architettura seicentesca belga. Svetta su tutti l’Hotel de Ville costruito nel 1449, la cui guglia è alta 96 metri. E’ considerato il più raffinato edificio pubblico del paese, ricco com’è di colonne decorate, sculture, torrette. Ci sono 137 statue che adornano le sue pareti. In senso orario, dal municipio, ammiro Le Renard, costruito dalla corporazione dei merciai, le Cornet, sede di quella dei barcaioli, le Roi d’Espagne che ospita il più elegante caffé della piazza. E poi ancora il palazzo dell’angolo nord orientale, la Maison de Roi residenza dei regnanti spagnoli e che oggi ospita il musee de la Ville con arazzi e quadri del XVI secolo, le Pigeon, residenza in esilio di Victor Hugo. Quindi la Maison des Ducs de Brabante, complesso di sei case corporative e per finire l’Everard’t Serclaes. Il tempo scorre senza accorgersene in questa piccola e magica piazza. Decido di cominciare il primo dei due itinerari che vorrei completare quest’oggi. Lascio la piazza da Charles Bols, dirigendomi verso l’hotel Amigo, prigione spagnola al tempo in cui, nel XVI secolo governavano l’Olanda. Più avanti il monumento simbolo di Bruxelles: il Mannekin Pis una piccola statua che rappresenta un ragazzino ritratto nell’atto d’urinare dentro una piccola fontana. L’origine di questa piccola statua, alta solo 30 centimetri è ignota. Molti negozi di gourmet, alimentari, cioccolaterie per cui il Belgio è famoso nel mondo. Giungo alla Notre Dame de la Chapelle, costruita in stile romanico nel 1134 e ricostruita in gotico dopo un devastante incendio nel 1420. Originale il bel campanile barocco. L’interno a tre navate è impreziosito da belle vetrate policrome e da un pulpito pregevolmente scolpito. Raggiungo la Tour d’Angle per passeggiare poi nell’affascinate rue Rollebeek, piena di locali e negozi d’artigianato. Alla fine, la famosa place du Grand Sablon con la fontana di Minerva in centro. Da qui parte la rue des Sablon che, da ambo i lati, annovera numerosi locali e ristoranti. In fondo alla via ecco la Notre Dame du Sablon, anch’essa costruita in stile gotico del Brabante. Belle, anche qui le vetrate policrome. Una puntata alla place du Petit Sablon e al suo giardino di 48 statue delle corporazioni medievali. Sulla rue de la Regence noto in lontananza il Palazzo di Giustizia ora in ristrutturazione e un pittoresco tram che percorre tutta la via fino a Place Royale. Di fronte l’eglise Jaques sur Coudemberg oggi, lunedì, chiusa. Al centro della piazza la bella statua equestre di Alberto I. Qui sono nella Città Alta ed il mio itinerario ora prevede che discenda fino alla Città bassa attraverso dei bei giardini che mi portano alla più grande e bella costruzione religiosa del Belgio: la Cattedrale Sts Michelet Godule, il più fine esempio di gotico del Brabante. La sua costruzione ebbe inizio nel 1225 sotto Enrico I duca di Brabante e si protrasse per 300 anni. Solo nel XVI secolo, per volere di Carlo V furono aggiunte le torri gemelle. Edificata in pietra calcarea locale, l’interno è spoglio, per via del furore iconoclastico di alcuni gruppi protestanti e delle spoliazioni operate dalle truppe francesi. Di dentro, straordinarie vetrate policrome diffondono la luce dell’esterno. Bello l’elaborato pulpito barocco.Attraverso la rue de la Montagne, di nuovo alla Grand Place, magnifica. Ancora un po’ a contemplare i palazzi intorno alla piazza e quindi do inizio al secondo itinerario da rue au Beurre. A differenza di altre città, qui a Bruxelles ci sono molti più negozi di specialità alimentari. Intendiamoci, ci sono anche quelli d’abbigliamento, di calzature e di merletti, specialità di Bruxelles. Giungo all’eglise di St. Nicholas. Tutto intorno una miriade di negozietti affascinanti e vie piene di vita. Ammirata la bella facciata neoclassica della Borse e il vicino bar Falstaff, giungo alla place St. Gery dove c’era un mercato della carne. Ora la piazza è piena di localini. La rue du Vieux Marche sfocia in place St.Catherine al cui centro la eglise omonima. Percorro il lato destro esterno della chiesa fino alla Torre Nera, ciò che resta delle antiche mura costruite per difendere le città nel XII secolo. Giungo all’affascinate zona del Quai au Bois a Bruler e del Quai aux Briques. L’area fra questi due viali, con laghetti e fontane, un tempo era un canale, coperto nel 1870. Vi venne collocato il mercato del pesce e la tradizione è mantenuta dagli ottimi ristoranti di pesce che vi si scorgono sui due lati. L’itinerario prosegue con l’eglise St. Jean Baptiste au Beguinage. Percorro la rue de Laeken, la rue des Hirondelles fino alla place de Broukere. Dalla parte opposta c’è il famoso hotel Metropol, uno dei più grandi della città. Attraverso il Passage du Nord, una galleria commerciale del 1882 eccomi in rue Nueve, piena di negozi di ogni tipo. Nella vicina piazza è il famoso Theatre de la Monnaie, quindi mi dirigo allo Sleep Well per riposare un po’ prima della cena. Sistemo le mie cose ed esco verso le 19.00 raggiungendo la Grand Place attraverso rue Bouchers e Galerie St Hubert, entrambe zeppe di ristoranti in attesa di servire i loro clienti. La mia scelta cade su uno della piazza, attraverso la cui vetrata posso contemplare i magnifici palazzi che la circondano. Al Kelderke gusterò un ottimo piatto tipico del nord come le aringhe e quindi la famosa carbonade flamande, manzo brasato in casseruola nella birra gueze. Prima di andare a dormire mi soffermerò una buona mezzora ai lati della Place aspirando la magica atmosfera che trasmette.L’indomani mi sveglio presto e, dopo colazione, parto dalla stazione della metro di Rogier raggiungendo dopo tre fermate Simonis. Veloce cambio di linea e via verso la fermata dell’Heysel, la penultima. Già vedo la straordinaria struttura dell’Atomium. Passo nei pressi dei palazzi dell’Expo fino al lungo rettilineo che porta alla struttura molecolare. E’ ancora presto, apre alle 10.00 così passeggio nel parco adiacente raggiungendo anche la lontana eglise Saint Lambertus. E’ ora di entrare. Costruito per l’esposizione universale del 1958, l’Atomium è quasi il simbolo di Bruxelles anche se localizzato nell’estrema periferia della capitale. La struttura ad atomo di ferro, ingrandito 165 miliardi di volte, venne costruito da Andre Waterkeyn. Le nove sfere dell’atomo misurano 18 metri di diametro. Con un ascensore salgo fino alla sfera più alta, dalla quale s’ammira il panorama della parte nord di Bruxelles, dei parchi adiacenti, del sottostante Bruparck dove si rappresentano 300 costruzioni in miniatura dei più bei monumenti europei. Ridiscendo e poi ancora su con la scala mobile ripidissima fino alla sfera centrale dove ci sono esposizioni permanenti sul clima, sull’Artico e Antartico. Ritorno alla metro, percorso inverso fino a Simonis e giungo poi ad Arts Loi dove prendo la uno fino a Place Schuman.Salgo in superficie circondato dai palazzi della commissione europea, ma per ora voglio solo recarmi al vicino Parc du Cinquantenaire, costruito da Leopoldo II per commemorare il 50° dell’indipendenza del Belgio. Percorro i suoi sentieri fino all’arco centrale, ispirato all’Arc du Triomphe di Parigi. Nei suoi pressi ci sono due musei che però giudico non avere il tempo di visitare. Ritorno sui miei passi fino a tornare a Place Schuman dove è l’edificio del Berlaymont, sede della commissione europea, dove sono i funzionari pubblici dell’UE. Il consiglio dei ministri invece si riunisce nel palazzo in granito rosa di fronte, noto come Justus Lipsius. Primo di proseguire fino al parco Leopoldo vado a visitare la vicina place Ambiorix, con le sue belle abitazione, alcune in art nouveau. Sosta per pranzo e quindi via verso il parco. Sulle sue sponde erbose, decine di studenti consumano frugali pasti. Sulle cime degli alberi si erge la sagoma del Caprice de Dieux, in ricordo alla sua forma che ricorda il famoso formaggio francese. E’ una delle tre sedi del parlamento europeo, l’organo elettivo. Uscito dal parco ammiro la moderna struttura di questi palazzi, fino a spingermi in rue de Loi. Ancora un chilometro a piedi ed eccomi al parc de Bruxelles. Vi entro, dando le spalle al Palais de la Nation, costruito nel 1788 e sede delle camere del Parlamento belga. Una bella fontana e sbuco poi nei pressi del Palais des Academies, costruito nel 1823 come residenza del principe ereditario. In place des Palais ecco il Palazzo Reale. La bandiera che sventola in cima indica che i reali sono presenti. Purtroppo è aperto alle visite solo da luglio a settembre. La visita di Bruxelles sta per terminare. Oggi è aperta la eglise St Jaques sur Coudemberg, ieri chiusa, così ne approfitto. Costruita in stile neoclassico, non mi stimola alcuna ammirazione. Avendo ancora un ora e mezzo, decido di visitare il vicino museo delle Belle Arti. Principale museo della capitale, espone opere di due epoche: l’ancienne (XV-XVIII) e la moderne (XIX-ad oggi). Io mi dedico all’ancienne, ammirando decine e decine di straordinari dipinti che lasciano a bocca aperta. Pur non essendo un esperte d’arte mi rendo conto di essere al cospetto di opere che non sfigurerebbero in nessun museo del mondo. Fra i tanti artisti fiamminghi, francesi, italiani posso citare, Hugo Van der Goes, Pietre Brueghel, Paul Rubens, Van Dyck, Memling. E’ ora di uscire e, pian piano, mi dirigo a piedi verso la zona del Sablon e della Notre Dame de la Chapelle. Ancora a piedi e per un lungo tratto fino a boulevard Anspach e alla lontana gare du Midi. Pullman fino a Charleroi e quindi ritorno ad Orio al Serio. Il volo partirà con mezzora di ritardo, inconveniente che non riuscirà minimamente a diminuire il successo assoluto di questa escursione che mi ha consentito, con modica spesa, di conoscere una grande capitale europea come Bruxelles.
Proprietà letteraria
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