2011 BUDAPEST
Buda e Pest, due città in una
Partito da Orio al Serio per la prima volta con la compagnia aerea Wizz air, atterro al Ferihegy della capitale ungherese un’ora e mezzo dopo, alle 14.30. Il bus 93 mi porta alla fermata metro di Kobanya Kispest da dove proseguo con la linea 3 fino alla fermata di Ferenc Korut, nei pressi della quale è l’ostello prenotato a prezzo davvero modico dall’Italia. Ne riesco quasi subito, dando ufficialmente inizio alle mie visite che cominciano due fermate di metro dopo, a Ferenciek tere, nella zona di Pest centro, dove entro nella chiesa dei francescani, con la facciata coperta da impalcature per dei lavori di ristrutturazione. Barocca, ad una navata, presenta delle pregevoli decorazioni in stucco e un bell’altare maggiore con sculture che risalgono al 1741. Nella prima cappella di sinistra, dedicata alla Vergine Maria, noto delle piante di fiori omaggiate dai fedeli. Proseguo con la chiesa universitaria, anch’essa barocca, ad unica navata, ma molto più bella, dalla facciata riccamente decorata. Fu costruita per l’ordine dei Paolini, l’unico ordine religioso fondato in Ungheria. Nell’imponente altare, sei colonne corinzie sorreggono una costruzione semicircolare ricca di statue. In esso è posta una copia della Madonna nera di Czestochova. Imponente l’organo. Il soffitto, a volte, rappresenta scene della vita di Maria, anche se gli affreschi non sono proprio in ottime condizione. Ora seguo un percorso sempre in Pest che mi porta fino alla chiesa serba, purtroppo chiusa e quindi fino al neoclassico Palazzo della Provincia di Pest e ai barocchi Uffici Comunali. Mi spingo sino alla chiesa luterana, sobria sino all’eccesso, che rispecchia il principio di questo ramo del protestantesimo e quindi alla chiesa dei Servi di Maria. La facciata necessiterebbe dei ritocchi, ma l’interno è molto bello. Lesene di marmo separano cappelle dai pregevoli dipinti e bei reliquiari. Stupendo il dipinto che impreziosisce l’altare maggiore. All’uscita, do un occhiata all’edificio che un tempo ospitava la Banca Turca. Furono usate moderne tecniche di costruzione per creare la facciata esterna di vetro. Sul frontone c’è un magnifico mosaico policromo che raffigura l’Ungheria che rende omaggio alla Vergine Maria. Qui sono nella zona di Via Vaci, la più commerciale della capitale, con innumerevoli negozi per turisti e qualche bel palazzo come Casa Thonet, al n°11, noto per le ceramiche Zsolnay che lo decorano. Raggiungo prima che chiuda la famosa chiesa parrocchiale, il più antico edificio di Pest. Qui, nel trecento, fu edificata una chiesa gotica trasformata in moschea durante l’occupazione turca. Dopo l’incendio del 1723 fu ricostruita in parte in stile barocco. La facciata meridionale, con le due torre è occupata da impalcature che me ne impediscono la visione, ma non mi pare che sia mozzafiato. Nemmeno l’interno è entusiasmante, così comincio un giro nel centro che inizia dai palazzi Klotild, superbamente decorati, che formano uno spettacolare ingresso per il ponte Elisabetta. Alla fine di Via Vaci resto per qualche minuto ad ammirare la piacevole piazza Vorosmarty dove si trova la statua al poeta Vorosmarty. Sul lato nord si incontra una delle più rinomate pasticcerie della città. E’ ora di cenare, e lo faccio al più antico ristorante di Budapest, il Szazeves. Aperto nel 1831, si trova in un edificio barocco arredato con mobili antichi. Mi siedo sul terrazzo e ordino bistecca di cervo in salsa di frutti di bosco con delle superbe croquette di patate all’interno delle quali è una crema di funghi. Il tutto bagnato da un bicchiere di Egri Cabernet Sauvignon. Dopo questo pasto sensazionale raggiungo la riva del Danubio, entrando quasi in un ambiente da favola. Migliaia di luci abbelliscono il Ponte delle Catene, il vicino Palazzo del Parlamento e la zona del Castello sull’altra sponde del fiume, dove spicca la chiesa di Matyas. Non credo di esagerare affermando che la visione di Budapest di sera è una delle più entusiasmanti che ci si possa aspettare in una città. Nemmeno il lungo Senna a Parigi e il Tamigi embakment a Londra reggono il confronto. Mi godo in tutta tranquillità questo spettacolo assoluto, sostando spesso in contemplazione. Il pomeriggio, la serata, sono stati impreziositi da una condizione meteo eccezionale. Il mio stato d’animo è al settimo cielo. Dopo aver ammirato il Parlamento e tutte le sue guglie, prendo un taxi con il quale raggiungo l’altro lato del Danubio. Che emozione trovarsi di fronte al tripudio di luci che abbellisce la chiesa di Matyas e il Bastione dei Pescatori. Budapest ha dei view points dai quali il panorama che si gode esalta lo spirito fin quasi alla commozione, e il Bastione dei Pescatori è uno di questi. Il Ponte delle Catene, Pest, il Palazzo del Parlamento, non hanno forse un punto migliore da cui essere ammirati. Non potevo aspettarmi davvero di più da questa sezione di giornata, sono appagato, soddisfatto e così decido di camminare fino al sottostante Danubio, percorrere il Ponte delle Catene, che ammiro in tutta il suo fascino, fino a Piazza Roosevelt e quindi Erzebet ter dove prendo la metro fino all’ostello. Il giorno seguente faccio colazione molto presto nella cucina in comune dell’ostello ed esco alle 6.40 dirigendomi a piedi verso il Danubio e il grande Mercato Coperto. Durante il tragitto ammiro splendidi scorci sul monte Gellert di fronte e l’omonimo hotel sede delle più famose terme della capitale. Grandi imbarcazioni turistiche sono ormeggiate sul lato che sto percorrendo. Entro nel mercato verso le 7.00. Quasi tutti gli stand sono aperti, proponendo prelibatezze locali sotto forma di salumi piccanti e formaggi di pecora. Uscito, raggiungo Piazza Roosevelt, circondata da splendidi palazzi fra cui Palazzo Gresham, il cui stile secessionista è uno dei simboli architettonici della città. Questo stile usa moderne soluzioni tecniche e presenta forme curvilinee e decorazioni ispirate alla natura. Quindi il palazzo che accoglie l’Accademia ungherese delle scienze, dopodichè percorro un itinerario che mi permette di ammirare altri bei palazzi in stile secessionista fino a Szena Istuan Ter, la piazza dove si erge la maestosa basilica di Santo Stefano, forse il più bel edificio religioso di Budapest. A fianco, casa Pichler, un insolito palazzo costruito nello stile di un palazzo gotico veneziano. E’ ancora presto per visitare la basilica, che apre alle nove, così decido di raggiungere il Teatro dell’Opera sulla bellissima via Andrassy, sede di moltissimi negozi di celebri firme della moda. Torno alla basilica, ammirandola da ogni lato. Dedicata a Santo Stefano, primo re ungherese cristiano, la chiesa a pianta greca fu costruita nel 1851. Importante è il portale principale con scolpite le teste dei dodici apostoli, i due imponenti campanile e la cupola. L’interno mi ricorda la basilica di St. Paul di Londra. A tre navate, ha cappelle laterali separate da lesene di marmo. In ognuna stucchi, preziosi dipinti sui singoli altari. La cupola, decorata con mosaici e l’altare maggiore sono le parti più belle. Al centro di quest’ultimo si trova una statua in marmo di Santo Stefano e sotto l’altare bassorilievi in bronzo con scene della vita del santo. Bellissimo è anche il pulpito realizzato in marmo bicolore con bassorilievi. Per ultimo mi reco alla defilata cappella dove è presente un grandioso, prezioso reliquiario, con all’interno la sacra mano destra di re Istvan. La basilica è in condizioni perfette, davvero un incanto, assolutamente da visitare. Uscito, mi dirigo verso Piazza Libertà e, durante il percorso, ammiro lo stupendo palazzo delle Poste, costruito in stile secessionista. Piazza Libertà è grande, con dei bei giardini. Qui è presente l’ambasciata statunitense e molti edifici interessanti. La giornata è fantastica. Il sole è alto nel cielo, non è troppo caldo e illumina a dovere tutto ciò che si deve vedere. E specialmente il Palazzo del Parlamento a cui sono ora di fronte, il palazzo più grande della nazione, il simbolo di Budapest. Per la sua costruzione fu bandito un concorso vinto dal grandioso progetto neogotico di Imre Steindl, ispirato al Parlamento di Londra. Ho una fortuna sfacciata e scopro che fra dieci minuti inizia il tour guidato proprio in italiano e l’ingresso è gratuito. Mi accodo, si entra dall’entrata principale dove è presente una teca con la riproduzione esatta dell’edificio, realizzata con 100.000 fiammiferi. La scalinata principale è straordinaria. Affreschi sulle volte, stucchi, lampioni stilizzati e vetrate policrome. Questo è il terzo Parlamento più grande del mondo dopo quello argentino e londinese ed è realizzato solo con materiali ungheresi. Il marmo è artificiale, anche se costa come quello reale, dato che nel paese non sono presenti cave di marmo. Giungiamo alla bellissima sala della cupola con massicce colonne decorate con le effigi di re ungheresi che la sorreggono. Il soffitto della stessa, alto 96 metri, presenta ricche decorazioni neogotiche in oro e stemmi. Al centro della sala, in una teca, è esposta la più antica corona europea, quella del re Adalberto III del 1172. Dappertutto nel paese si celebra il numero 96 che rappresenta la nascita della nazione. Nell’ 896, infatti, una tribù di nomadi magiari, provenienti dalla regione russa degli Urali, si stabilì in Pannonia e, dopo un periodo di liti, strinsero un patto di sangue scegliendo Arpad come loro capo. Fu suo figlio, Istvan I, che scelse il cristianesimo come religione ufficiale. Ci dirigiamo ora alla sala delle sedute, dove si riuniscono i 396 parlamentari. In un'altra sala ammiriamo il più grande tappeto d’Europa, anche se non mi pare di grande pregio. Uscito dall’edificio, resto per qualche minuto ad ammirarlo dall’esterno per poi fare il giro della piazza Kossuth dove c’è la sede della televisione ungherese e il ministero dell’agricoltura. Mi concedo un panino, per poi raggiungere il Ponte delle Catene a piedi, attraversarlo ed iniziare a visitare la zona del Castello a Buda. Un tempo Buda e Pest erano due città distinte. L’idea dell’unificazione venne agli Asburgo dopo la sconfitta che subirono da parte della Prussia nel 1866, quando sentirono la necessità di realizzare un accordo con l’Ungheria. Dopo l’apertura del Ponte delle Catene fu presa in seria ipotesi l’idea che vide il suo varo nel 1873. Da quel momento Budapest divenne una delle capitali in più rapida espansione. Salgo fino al raggiungere piazza della Santa Trinità dove nel 1713, dopo un epidemia di peste, fu innalzata una colonna rappresentante appunto la Santa Trinità. Di fronte si erge la stupenda chiesa di Matyas, la più appariscente della capitale, costruita tra il XIII e il XV secolo. Il nome le deriva dal re Mattia Corvino che la ampliò e la arricchì. Trasformata in moschea dai turchi, fu completamente distrutta durante la liberazione di Buda e ricostruita in stile barocco. Nuovamente distrutta, fu ricostruita questa volta in neogotico. Caratteristica più evidente è il suo tetto, rivestito di tegole multicolori in vetro. Molto bello il portale principale con bassorilievi del XIX secolo e l’alto campanile neogotico. Vi entro, ma la luce non è sufficiente per ammirare appieno il meraviglioso pulpito, ricco di decorazioni dove sono incise le figure dei quattro padri della chiesa e dei quattro evangelisti.. Altrettanto belle sono le vetrate policrome a sesto acuto. Una scalinata interna porta ad un piccolo museo, ma anche alla possibilità di ammirare l’interno da posizione sopraelevata. Uscito dalla chiesa mi reco al vicino Bastioni dei Pescatori per apprezzare di giorno quello che già ho ammirato ieri sera e poi percorro la città vecchia, ricostruita dopo la seconda guerra mondiale. Si respira un atmosfera antica, affascinante, pochi negozi, qualche ristorante e molte palazzi d’epoca presenti specialmente nella via dei Signori e in via Tancsics. Giungo alla chiesa luterana di Buda, chiusa, e ammiro, lì vicino, ciò che resta della chiesa di Maria Maddalena, chiesa che nel medioevo era l’unica accessibile ai cristiani. Sarebbe mia intenzione ora visitare il labirinto del Castello di Buda, con un complesso di grotte sotterranee ma, quando giungo all’ingresso, noto che è chiuso per manutenzione. Peccato! Ho ancora abbastanza tempo ora per dedicarmi alla zona del Palazzo Reale. Prima, però, sosto ad una accattivante pasticceria per gustare una fetta di torta Lobos, realizzata con strati di pan di Spagna alternati a crema di cioccolato e ricoperti di cioccolato caramellato. Giungo quindi alla porta del 1903 che immette al Palazzo Reale Una scultura di bronzo del mitico uccello turul sorveglia il palazzo. La statua ricorda il millenario della conquista dei magiari dell’ 896. Entrato, ammiro un'altra statua bellissima, questa volta del principe Eugenio di Savoia, a ricordo della battaglia di Zenta del 1697, decisiva nella guerra contro i turchi. Quindi la bella facciata della Galleria Nazionale Ungherese e la straordinaria fontana di Matyas che si trova nella corte nord ovest del Palazzo Reale. Bene! Ho visto tutto ciò che mi ero ripromesso di visitare. Nel tempo che rimane vorrei completare la visita di questa zona scendendo prima al Danubio da un sentiero che scende lungo la collina. Proseguo costeggiando il fiume fin nei pressi del ponte Elisabetta, da cui inizio una salita a piedi del monte Gellert. Il tempo si sta guastando, ora è nuvoloso, l’umidità del bosco attraverso il quale sto salendo mi bagna la camicia che sono costretto quasi a slacciare completamente. Giungo prima alla statua di San Gellert, innalzata nel 1904 in onore del vescovo Gellert, nel punto in cui si pensava fosse stato assassinato nell’ XI secolo. Sono stanchissimo, da una giornata nella quale ho già percorso moltissimi chilometri ed ora, questa ascesa, sta consumandomi davvero le ultime energie. Dopo altri venti minuti, ecco finalmente l’agognata meta. Sono in cima al monte Gellert. Di fronte a me è il monumento alla liberazione che domina la città Fu posto qui per ricordare la liberazione di Budapest da parte dell’esercito russo nel 1945. Più avanti sosto un quarto d’ora davanti ad un panorama mozzafiato sulla città, la zona del Castello e del Palazzo Reale. Sono istanti in cui non si può non considerarsi fortunati di vivere questi momenti. E’ probabilmente uno dei paesaggi più affascinati d’Europa e io sono qui, sereno, a contemplarlo. Grandioso! Per terminare la giornata non mi resta che dare un occhiata alla Cittadella, dove gli Asburgo decisero di costruire la loro fortificazione all’interno della quale furono posizionati 60 cannoni che avrebbero potuto far fuoco sulla città in ogni momento. Dopo gli accordi di pace, gli ungheresi pretesero la sua distruzione ma questo non avvenne sino al 1897, quando gli austriaci abbandonarono le caserme. Dal 1960 la Cittadella è un luogo di svago per i budapestini. All’interno vi visito il bunker dei nazisti che occuparono durante la seconda guerra mondiale. Ci sono appese foto che illustrano il dramma vissuto dalla città e dalla sua popolazione durante i bombardamenti. Terminata la visita ridiscendo lungo un sentiero più facile fin nei pressi dell’Hotel Gellert dove visito la Chiesa nella Roccia, costruita nel 1926 su modello della chiesa di Lourdes. E’ originale, d’accordo, ma non mi regale molte emozioni. Sono letteralmente distrutto. Dovrei attendere l’ora di cena per terminare alla grande, ma decido che non è il caso. Non vedo l’ora di raggiungere l’ostello e fare una doccia risanatrice, perciò mi concedo solo un fish burger e patatine. Quando si è troppo stanchi, talvolta non si ha voglia nemmeno di donarsi ai piaceri gastronomici, ma solo di riposare. L’indomani, dopo colazione, mi reco in metro fino alla zona di Varosliget, in piazza degli Eroi. Il museo delle belle arti che vorrei visitare apre alle 10, perciò ho molto tempo da dedicare ai dintorni. Comincio appunto dalla grande piazza degli Eroi. Fu qui che nel 1896 furono aperte le celebrazioni per il millennio. Un esempio del loro orgoglio nazionale è il monumento al millennio. Il suo colonnato raffigura statue di uomini illustri ungheresi. Al centro della piazza si trova una colonna corinzia di 36 metri sulla quale l’arcangelo Gabriele tiene la corona di Santo Stefano. Alla base della colonna si trovano statue equestri del principe Arpad e dei suoi guerrieri. Attraverso un ponte nelle vicinanze mi reco a visitare il castello di Vajdahunyad, un complesso di edifici di vario stile costruiti anch’essi per la celebrazione del millennio. Ammiro la bellissima chiesa romanica di Jak, il barocco museo dell’agricoltura e quindi, passeggiando all’interno del parco di Varosliget raggiungo i bagni Scéchenyi, i più profondi e caldi di Budapest, dove l’acqua raggiunge la superficie a una temperatura di 74°c. Ho ancora un po’ di tempo così passeggio sul viale Varosligeti, osservando i caratteristici palazzi e la chiesa luterana presente per poi ritornare sulla via Andrassi che mi riporta al museo che ora entro dedicandomi ai quadri che tanto amo. La collezione presente è una delle più grandi d’Europa. Tra le opere che mi sono rimaste più impresse potrei elencare la crocifissione, del tedesco Albert Altdorfer, il ritratto di donna dell’olandese Pickenoj, il ritratto di Petrus Egidius di Jan Lievens, la scena di un bordello di Jan Steen, il palazzo Kaunitz di Bernardo Bellotto, il trittico di Taddeo di Bartolo, la Madonna e il bambino incoronato del grande Crivelli. Per la prima volta resto impressionato da un pittore impressionista. Il ritratto di giovane donna di Renoir è davvero quadro in grado di colpire. Pensavo francamente che la collezione fosse più ampia, ma mi ha ugualmente affascinato a sufficienza. Pensavo di restarvi per molto più tempo invece, alle 13.30 sono già fuori. Forse riesco a concedermi la visita guidata al Teatro dell’Opera così, con la metro, la raggiungo. Sarò ancora fortunato. Acquisto un biglietto per la visita guidata delle 15.00. Bene! Ho il tempo anche di fare un salto alla Grande Sinagoga, la più grande d’Europa, all’interno del quartiere ebreo. Costruita in stile bizantino - moresco, le sue gallerie possono contenere fino a 3.000 credenti. Ritorno al teatro dove comincia la visita. Inaugurato nel 1884, il Teatro dell’Opera fu costruito per competere con quelli di Parigi, Vienna e Dresda. Nelle nicchie a destra e a sinistra della ingresso principale ci sono le statue dei due più importanti compositori ungheresi: Ferenc Erkel e Franz Liszt. Saliamo la scalinata principale, imponente, che dava la possibilità alle dame di sfoggiare i loro abiti da sera. Si raggiunge il salone rosso, dove c’è l’entrata per il palco reale. Gli affreschi della volta rappresentano figure dalla mitologia greca, la sala reale dove, naturalmente, la famiglia reale poteva conservare la sua privacy. Quindi il salone Bertold Anci con belle tappezzerie e quadri di famosi cantanti fra cui molti italiani e dipinti delle stagioni. Infine si entra ad ammirare un palco da cui la vista sulla platea e il palcoscenico è superba. L’atrio è decorato con un lampadario a bracci di bronzo di 3050 kg. che illumina un magnifico affresco di Lotz che rappresenta Dei dell’Olimpo. E’ stata una visita piacevole e ancora più bella perché non preventivata. Ho ancora del tempo disponibile e ne approfitto per recarmi al vicino museo del Terrore, nell’edificio un tempo usato dai servizi segreti sia nazisti che sovietici. Testimonia i torbidi effetti delle due occupazioni alla fine della seconda guerra mondiale. Sono più che soddisfatto del mio soggiorno nella capitale. Sono riuscito a visitare tutto e coadiuvato da un clima piacevole, ideale. Ora è giunto il momento di chiudere in bellezza. Il ristorante che troverò, nel cortile del palazzo Karolyi è perfetto. In un ambiente elegante e discreto, vezzeggiato dalla piacevole musica di un pianista, gusterò una deliziosa zuppa Goulash e un filetto di luccio perca con salsa di funghi e gamberetti guarniti da patate. Fantastico, davvero, mi sembra di stare in paradiso mentre, felice come un bambino, me ne ritorno in ostello. Mercoledì, mi alzo abbastanza presto perché voglio raggiungere in tempo l’aeroporto col bus 200E per il volo di ritorno che non mi riserverà sorprese. E’ stato un viaggio gratificante che mi ha consentito di abbellire ulteriormente la mia personale collezione di capitali europee. Grazie a un tempo che si è mantenuto bello per tutto il mio soggiorno, sono riuscito a godere appieno di ogni bellezza di questa stupenda capitale ungherese. Il Danubio, che separa Buda da Pest,è un valore aggiunto che conferisce un fascino che si apprezza ancora di più di sera, quando mille luci illuminano il Ponte della Catena, il palazzo del Parlamento, il Palazzo Reale e la stupenda chiesa di Matyas nella zona del Castello.E che panorami dalla cima del monte Gellert e dal Bastione dei Pescatori.
Proprietà letteraria
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