Finalmente, dopo ben cinque anni ho potuto nuovamente godere di un viaggio in compagnia di Gosia anche se per farlo abbiamo dovuto organizzare le cose in modo un po’ fuori dal comune. Lei infatti è andata in Polonia a portare i nostri figli Giorgio e Paolo dai suoceri. Da li prenderà un volo per Londra e quindi Reykjavik raggiungendomi nella capitale islandese. Io nel frattempo dopo aver volato a mia volta verso Londra Heathrow ed essere atterrato nell’aeroporto internazionale di Keflavik ho già provveduto a contattare il rent a car e a ritirare l’auto che per un loro disguido sarà una Suzuki Vitara. Tramite mail si era d’accordo su un auto del gruppo “A” ma non avevano altro così domani dovrò chiamarli dal posto in cui saremo e ci consegneranno l’auto da noi richiesta riprendendosi questa. Devo anche trovare un luogo per trascorrere la notte e alla fine come è usuale in Islanda specie nel periodo estivo quando le scuole sono terminate vengo indirizzato proprio in un edificio scolastico. Non si deve essere troppo sorpresi di ciò dato che se non si vuole dormire all’aperto o talvolta essere pelati dai prezzi esorbitanti di alcune strutture presenti bisogna accettare anche queste soluzioni. In breve sostanza avremo una intera aula tutta per noi con due letti posti vicino alla lavagna. Incredibile ma vero e quando andrò a prendere Gosia all’aeroporto rimarrà a dir poco stupefatta della sistemazione ma dopo aver dormito su un amaca nell’Amazzonia venezuelana questa è solo un occasione in più per farsi due sane risate. Dopo questa prima nottata a dir poco curiosa ci svegliamo alle 6.30 raggiungendo in breve tempo l’ostello che ci ha convogliato qui dove facciamo colazione alla modica cifra di 30.000 lire. Venendo in questo paese bisogna dimenticare l’idea di una spesa equa perché tutto è caro e persino la benzina costa più che in Italia(incredibile). Partiamo in direzione della capitale che superiamo per poi raggiungere la zona di Pingvellir, solitaria ed impreziosita da un bel laghetto. Ci sono molti campeggiatori attirati anche da una graziosa cascata ma decidiamo di proseguire verso la famosa zona del “triangolo d’oro” dove sono presenti tre delle più belle attrazioni naturali dell’isola. Si viaggia in un paesaggio dominato dai muschi e licheni fra cui di tanto in tanto del cotone artico che cresce spontaneamente qua e là. Sfortunatamente un guaio alla Suzuki ci obbliga a trovare un meccanico per tentare di risolvere il problema ma non è possibile, almeno in breve tempo, così decido di chiamare il nostro rent a car che avremmo dovuto contattare stasera ed informarlo del fatto. Ci porteranno a breve una nuova auto, una Toyota Corolla con la quale proseguiremo verso Geyser e già mentre ci si avvicina al sito si fanno sempre più evidenti le manifestazioni vulcaniche di questo luogo famoso in tutto il mondo. Lungo un percorso segnalato possiamo ammirare delle fumarole, sorgenti d’acqua calda che ribollono ma il top è senza dubbio il Geysir ed infatti ci coglie di sorpresa uno spruzzo di circa 20 metri. In origine qui erano due getti, il Geyser vero e proprio che ha dato il nome al fenomeno e lo Strokkur. Il primo aveva un getto di 80 metri ma ora si è “intasato” dopo che la gente per farlo spruzzare ci buttava dentro di tutto. Ora rimane attivo solo lo Strokkur. Si è circondati da manifestazioni della forza della natura. Il geysir più alto è lo Steamboat alto 90-110 metri nel parco di Yellowstone ma le sue eruzioni sono a cadenza irregolare mentre lo Strokkur erutta ogni 3-5 minuti. Sembra che il meccanismo che faccia scattare l’eruzione sia l’interazione dell’acqua caldissima del sottosuolo con acqua fredda. Dopo una capatina al vicino negozio di souvenir ci dirigiamo verso le famose cascate di Gullfoss che colpiscono per la loro singolarità dato che cadono attraverso tre salti irregolari ed in diagonale. Sono uno spettacolo indimenticabile anche per il quadro d’insieme in cui si collocano che emana sensazioni di natura selvaggia. Attraverso i magnifici paesaggi dell’entroterra islandese dove la natura inviolata ti avvolge completamente regalandoti ricordi indimenticabili raggiungiamo la costa meridionale dove visitiamo altre due belle cascate pur di valenza nettamente inferiore a Gullfoss. La prima è Selyalanfoss che dopo 30 metri di salto si getta quasi vaporizzata nel laghetto sottostante formando incredibili giochi di luce. Sia qui che alla successiva cascata di Skogafoss percorreremo dei sentieri che ci consentiranno di avvicinare moltissimo queste imponenti manifestazioni naturali ed in assoluta solitudine, condizione essenziale per godere appieno di questi luoghi straordinari. In alcuni istanti la simbiosi con il luogo e la sua bellezza è così intima che pare di essere detentori di felicità. Viaggiare in gruppi organizzati avrebbe svilito questi luoghi tramutandoli quasi in ordinari. Attraverso paesaggi maestosi e delicati nello stesso tempo raggiungiamo il paesino costiero di Vik famoso per essere il più piovoso d’Islanda. Overnight e cena all’Hotel Lundi(in islandese vuol dire Pulcinella di mare) dove gustiamo un ottima trota con una buona birra locale(Sterkurr pilsner). Il giorno seguente comincia con una visita alla bella spiaggia di nera sabbia lavica di Vik dove si può respirare solitudine a profusione e pare di essere i soli esseri del mondo. L’ambiente umido, plumbeo conferisce una sensazione quasi di grandiosa riservatezza rotta solo dal suono degli uccelli che a decine volano vicini alla scogliera. Vi riconosceremo le sterne artiche e le Kittywakes(in italiano non so il nome). La presenza umana è ridottissima e per tutta la mattinata, guidando poi verso est saranno pochissime le auto che incontreremo ma numerosissimi ambienti da cartolina. Eccoci al parco nazionale di Skaftafell dove attraverso un sentiero da percorrere a piedi raggiungiamo uno dei tanti fronti del famosissimo ghiacciaio Vatnajokull il più grande d’Europa ed il terzo del mondo dopo quelli in Antartide e Groenlandia. Questa escursione non sarà che il preludio ad un'altra incredibile scarica emozionale che riceveremo 50 chilometri più avanti dove un altro fronte di questo ghiacciaio,questa volta il Breioamerkuriokull muore in una laguna(Jokulsarlon) collegata al mare dando origine a decine di Iceberg. La vista di questa meraviglia naturale lascia senza parole e trascorriamo parecchio tempo a godere delle sue incredibili e variegate sfaccettature. Queste sono esperienze che possono non capitare più in tutta la vita perciò cerchiamo di valorizzarle appieno. Decidiamo anche di effettuare un escursione all’interno della laguna con un mezzo anfibio che trasporta i turisti vicino agli iceberg dalle mille sfumature. Sono momenti di gioia che non dimenticherò mai. Siamo in un luogo magico, da sogno! E’ arrivato a malincuore il momento di dover partire anche perché dobbiamo trovare un luogo per dormire e non sono molti gli insediamenti che si trovano. Oltrepassato il paese di Hofn raggiungiamo il villaggio costiero di Dyupivogur con un minuscolo e simpatico porticciolo. All’ hotel Frantid prenotiamo una camera per poi ridiscendere alla sala ristorante dove in un ambiente grazioso e ben curato gustiamo un piatto locale assolutamente da non perdere: il petto di Pulcinella di mare con patate e mele cotte e di notte prima del sonno non possiamo fare a meno di rivivere con la memoria alcuni momenti di questa giornata straordinaria. Di mattina, come al solito sveglia presto per sfruttare al meglio le potenzialità di questa magnifica isola e via alla scoperta dei fiordi orientali. E’ la prima volta che ammiro queste caratteristiche conformazioni costiere più frequenti nella penisola scandinava e in Cile e perciò sono contento della nuova esperienza. Si punta quindi verso l’entroterra in direzione della località di Egilstadir percorrendo una strada deserta dove al massimo si incontra una fattoria fra vallate desertiche o verdeggianti. I colori di cui si gode rientrano in tutte le sfumature del verde e marrone inebriando lo spirito. Questo paesino dalle graziose case variopinte è situato sul lago Logurin, specchio d’acqua lungo e stretto che costeggiamo attraverso una pista sterrata. Il nostro scopo è quello di raggiungere il sito da cui parte un trekking di circa un ora che ci porterà davanti alla cascata Hengifoss. Sarà una bella camminata fra la natura e come premio finale il bel salto di 30 metri tra un anfiteatro di rocce con striature parallele orizzontali. Sosta in prossimità della cascata per consumare il pranzo al sacco e si ritorna quindi all’auto ritornando ad Egilstadir. Dopo un buon caffè via verso l’interno del paese fra paesaggi incontaminati salendo e discendendo colline di un verde indimenticabile dove ammireremo per la prima volta i famosi cavalli islandesi. La pista si fa sconnessa ed è necessario prestare una certa attenzione dato che un guaio meccanico qui porterebbe via molto tempo per risolverlo. Raggiungiamo la deviazione per la cascata di Dettifoss la più famosa e grande d’Europa. Lasciata l’auto al parcheggio e disceso un breve tratto di sentiero restiamo sbalorditi dalla potenza di questa meraviglia naturale avendo inoltre la possibilità di ammirarla da vicinissimo. Pare quasi di toccarla e di farne parte tanto è a portata di mano. Giù in basso, dopo la caduta il fiume prosegue stretto da un canyon lungo 25 chilometri che abbiamo occasione di ammirare anche più tardi da altri punti di osservazione. La giornata prosegue raggiungendo la costa atlantica del nord nei pressi della penisola di Thornes dove l’estuario di un fiume, complice il sole che di tanto in tanto fa breccia fra le nuvole ci regala degli scorci a dir poco stupefacenti. Proseguiamo lungo la penisola fino a Husavik la seconda cittadina del nord dopo Akureyri dove è nostra intenzione effettuare in barca il whale watching(l’avvistamento delle balene). Purtroppo è tutto “sold out” e riusciamo a prenotare solo per domani pomeriggio alle 17.00. Ora dobbiamo riorganizzare il nostro programma che a causa di questo inconveniente è saltato così decidiamo di raggiungere la famosa zona del lago Mivatn dove però riusciamo a trovare solo un campeggio per trascorrere la notte. Fuori le calzamaglie e giù i sedili per questa nottata”alternativa”. La mattina, dopo aver in qualche modo ricomposto le nostre persone iniziamo l’esplorazione di questa interessantissima zona. Cominciamo dalla parte occidentale e attraverso una pista un po’ accidentata raggiungiamo Grotagia, una fenditura nella crosta terrestre di circa 200 metri. Qua e là esce del fumo anche a causa delle sorgenti calde al suo interno. Un tempo si utilizzavano anche per fare dei bagni termali ma quando la temperatura si è alzata a 50°C sono state abbandonate. Lasciamo il sito in direzione delle solfatare sostando un attimo per ammirarle da lontano. E’ un luogo affascinante ed unico dove si possono osservare numerosi fenomeni di origine vulcanica come sorgenti di acqua calda e altre di fango ribollenti. Da un cumulo di sassi ecco emergere degli sbuffi di vapore ad alta pressione. Nel suo genere questa zona è unica al mondo come del resto lo è la zona di Krafla dove ci stiamo ora dirigendo. Tutt’intorno numerose fumarole ed in lontananza si nota uno sconquassamento dove in tempi recentissimi il magma fuoriusciva da una fenditura ben visibile. Lasciata l’auto in un parcheggio ed insieme a numerosi altri turisti saliamo fino in cima al vulcano Viti da dove si può godere di una vista impareggiabile a 360 gradi. All’interno del cratere c’ è un grazioso laghetto che richiama per un attimo la nostra attenzione dopodiché cominciamo la visita godendo di scorci suggestivi da tutti i lati dominati dalla lava e da fenomeni di origine vulcanica. Altro sito interessante qui vicino è il vulcano Hverfjall che decidiamo di salire fino in cima con gran fatica per poi circumnavigarlo completamente dalla sommità del cratere. La visita di questa affascinante zona dell’Islanda ha termine con l’escursione a Dimmuborgir dove attraverso un percorso prefissato si possono ammirare delle formazioni laviche originatesi dopo eruzioni. Alcune sono davvero curiose e alimentano la fantasia dei visitatori che ne rimirano le forme ma la più bella è senza dubbio quella chiamata Kirja che in lingua islandese significa chiesa. In effetti è stupefacente come la natura sia stata artista nel conferire alla lava solidificata questa forma. E’ ora di ripartire per Husavik dove se avremo fortuna potremo avvistare le balene ma prima facciamo una capatina al locale museo della balena e purtroppo sarà la sola occasione per vederne le forme dato che in mare aperto non se ne vedrà traccia. Pazienza, almeno ci abbiamo provato ed è un po’ delusi che puntiamo l’auto verso le cascate di Godafoss nei pressi delle quale e per fortuna riusciamo finalmente a trovare una camera per trascorrere la notte all’interno di un albergo della catena islandese Edda hotels. Percorrerendo giornalmente una media di 400 chilometri il sonno non fa fatica ad impossessarsi di noi ma la mattina, dopo una sana colazione siamo di nuovo pronti per le prossime emozioni. Le prime saranno a poca distanza con le cascate di Godafoss che cadono su tre fronti ed a differenti altezze dopodiché via verso la città di Akureyri a cui dedichiamo una buona visita che però non ci regala altro che una bella vista dall’alto nei pressi della chiesa luterana locale. Il programma di viaggio è stato rispettato abbastanza ed ora possiamo concederci quello che tanto auspicavamo di ottenere: una visita dei fiordi occidentali, una zona isolata e selvaggia quasi sempre ignorata dai tour organizzati dove la natura sembra regalare emozioni a profusione. Via perciò in direzione di Blonduos sul fiordo Hunafjordur con un tempo atmosferico sempre in procinto di piovere ma che mai sembra volerlo veramente. Di nuovo all’interno fino al villaggio di Boroeyri tra valle che definire incantate non è certo una esagerazione. Nei pressi di Buoardalur siamo circondati da una natura trionfale e in completa solitudine. Lo spirito in questi contesti sembra lievitare per meglio assorbire dall’alto l’incanto di questi paesaggi da favola. Il viaggio in Islanda ci regalerà davvero scorci paesaggistici impareggiabili che difficilmente si ritrovano in giro per il mondo. La pista, sempre sterrata ci porta talvolta in alto regalandoci suggestivi scorci dei fiordi giù in basso per poi quasi toccarli con mano quando la pista ridiscende. Nelle estremità dei fiordi il livello dell’acqua è talmente basso che crea quasi una zona paludosa dove i raggi del sole riflettendosi creano fantastici giochi di colore. Sono questi i soli punti in cui talvolta si possono trovare insediamenti umani. Si tratta solo di fattorie ai confini del mondo ma il romanticismo che si cela dietro a questi solitari personaggi risveglia in noi sopiti desideri di conduzioni vitali meno frenetiche ed a misura d’uomo. Finalmente il villaggio di Flokalundir, il solo nel quale si può avere chance di trovare una sistemazione ma non sarà facile e alla fine troveremo solo come ci è già capitato durante la nostra prima notte in terra islandese due materassi posti dentro un aula di una scuola. Fa niente, siamo contenti lo stesso, e prima una simpatica cena in un ostello a base di trota salmonata. Domani ci aspetta la giornata più avventurosa di tutto il viaggio dirigendoci fino alle scogliere di Latrabjarg e per poter godere con tutta la calma necessaria i numerosi momenti di gioia che quel luogo ci potrà regalare ci si sveglia presto subito puntando verso la pista ad ovest fra spartani villaggi fra i quali molto interessante è Bjargtangar il più ad occidente d’Europa. Qualche casetta, delle macchine agricole, una jeep è tutto quello che c’è in questo paesino nei pressi di una spiaggia battuta da venti perenni. Attraversata la spiaggia eccoci arrivati al faro dove posteggiamo l’auto per dirigerci a piedi in prossimità delle famose scogliere luogo di nidificazione di numerose specie di uccelli fra le quali, simpatiche ed indimenticabili le tenerissime pulcinelle di mare. In alcuni casi si possono incontrare in cima alle scogliere ed avvicinarle moltissimo. La maggior parte rimane incuriosita della presenza umana e si trascorrono numerosi minuti ad incrociare gli sguardi fra emozionanti scosse emozionali. Nemmeno alle isole Galapagos in Equador ci era mai capitato di incontrare uccelli così graziosi e fiduciosi. Fra le scogliere, a picco sul mare numerosissime kittywakes. La giornata trascorre tra continui scenari spettacolari ed in completa solitudine regalandoci una pace interiore che notiamo ed apprezziamo in noi stessi. Pernotteremo al villaggio di Budardalur. Il viaggio sta terminando e il programma dell’ultima giornata prevede il rientro nella capitale non prima però di aver visitato le cascate di Hraunfossar. Presa la deviazione per questo sito siamo però colpiti da un cartello che indica la località di Deildartunguher e la curiosità ci porta li dove abbiamo la fortuna di ammirare ancora una volta uno dei tantissimi fenomeni naturali che l’Islanda regala ai suoi visitatori. Nei pressi di una fattoria sgorgano da sottoterra e da anfratti nelle rocce decine di getti d’acqua bollente a 97°c. Questa sorgente produce ben 180 litri al secondo e consente ad un ampia fetta di territorio di usufruire di riscaldamento di origine geotermica grazie ad una pipeline di 64 chilometri. Anche la visita delle belle cascate di Haraunfossar ci gratificherà con la loro strana conformazione dato che è come se decine di rivoli sgorgassero da sorgenti superiormente al fiume che scorre sotto per poi gettarcisi in decine di modi differenti. E’ ora di raggiungere Reykjavik e lo facciamo percorrendo il tunnel che taglia il fiordo su cui giace. La capitale è una graziosa cittadina di 150.000 abitanti(tutta l’isola ne conta 250.000) che però non ci regala picchi emozionali se non fosse che al famoso ristorante Prir Fakkar abbiamo la fortuna di gustare il filetto di balena. Questo farà inorridire i seguaci di Greenpeace ma io se posso non mi faccio mai mancare la degustazione di qualche specialità locale. Prima di lasciare la capitale in direzione di Keflavik visitiamo la chiesa più importante dove saliamo con l’ascensore fino in cima per godere del miglior panorama sulla città. Siamo di qualche ora in anticipo sul programma perciò ci concediamo come ultima gratificazione fisica una visita al sito di Blu Lagoon dove avremo la possibilità di fare un ottimo bagno ristoratore nella sorgente calda all’esterno. E’ un esperienza unica da inserire bellamente nella nostra bacheca di ricordi. La notte la trascorreremo in un ostello di Keflavik in attesa del nostro volo di domattina. Un viaggio su questa isola è una esperienza che bisogna assolutamente regalarsi nel corso della vita dato che è in grado di risvegliare in ognuno di noi la consapevolezza di far parte di un equilibrio che l’uomo non dovrebbe in alcun modo violare a danno della natura che vuole solo avvolgerci di leggiadria per tutto il tempo che il mitico Burattinaio vorrà concederci su questa Terra.
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