2012 PARIGI
“ Ville Extraordinaire”
Da tempo io e Gosia avevamo idea di far conoscere ai figli un importante capitale europea, e quale scelta migliore di Parigi, dopo Roma, la capitale di certo più bella del mondo! Partenza come al solito da Bergamo (Orio al Serio) e atterraggio a Beauvais. Trasferimento in bus a Port Maillot dando immediatamente il via al tour cittadino. Due sole fermate metro fino alla place de l’Etoile, dedicata a Charles de Gaulle. Intorno vi si irraggiano ben 12 grandi viali. Dopo la sua più grande vittoria, ad Austerlitz nel 1805, Napoleone promise ai suoi uomini: ”Tornerete a casa passando sotto un arco di trionfo”. Ammirata la tomba del Milite Ignoto e i numerosi bassorilievi intorno alla struttura, percorriamo la avenue des Champs Elysees. Svoltiamo sulla King V e in seguito nella rue Montagne ricche di negozi dalle lussuose vetrine. Proseguiamo lungo il famoso viale fino a place de la Concorde, una delle piazze più splendide e cariche di storie in Europa. Una statua dedicata a Luigi XV ne dominava il centro, ma dopo la Rivoluzione fu sostituita da una ghigliottina. Parte culminante delle sfilate che partono dall’Arco di Trionfo, presenta al centro un obelisco di Luxor che ha 3.200 anni. Passeggiamo in seguito all’interno dei Jardin des Tuileries e quindi sotto i portici della rue Rivolì, svoltando nella rue Castiglioni fino a place Vendome con la famosa colonna di bronzo con in cima la statua di Napoleone e, tutt’intorno, negozi dei più grandi gioiellieri, oltre all’albergo Ritz. E’ giunto il momento di raggiungere l’albergo prenotato per fare il check in, perciò prendiamo la metro a Tuileries fino alla fine della linea 4 a Port de Clignancourt dove, a pochi passi, e il nostro hotel de la Terrace. Semplice, pulito ed economico, sarà il nostro punto d’appoggio per questa quattro giorni parigina. Riprendiamo la metro fino ad Anvers, dove entriamo nel cuore di Montmartre sino alla basilica di Sacre Coeur. All’inizio della guerra franco prussiana del 1830, due uomini d’affari cattolici fecero un voto; avrebbero costruito una chiesa dedicata al sacro Cuore di Cristo, se la Francia si fosse salvata dal prossimo attacco dei prussiani. Così fu e pian piano, dal 1875 al 1914, fu realizzata. La chiesa ha tre navate, la centrale grandiosa e la vista della cupola molto bella. Ammiriamo il grande mosaico che domina la volta del coro e tutto il resto. Uscendo osserviamo nuovamente il bell’ingresso con i rilievi delle porte bronzee che illustrano la vita di Cristo. Proseguiamo fra una fiumana di turisti, giustamente attratti dalle affascinanti abitazioni e dai locali che seducono con le loro proposte di crepes e boissons. Ecco la Mere Catherine che nel 1814 era il ristorante dei cosacchi i quali, picchiando sul tavolo, gridavano Bistro (presto, in russo) da cui deriva il nome bistro. Dopo una pausa di gola proseguiamo per place du Tertre, piena zeppa di ritrattisti e quindi entriamo nella chiesa di St.Pierre de Montmartre, una delle più vecchie chiese di Parigi. Girovaghiamo piacevolmente per alcune vie di questo fascinoso quartiere fino a giungere al boulevard de Cliché a Pigalle dove è d’obbligo ammirare il famoso Moulin Rouge ed alcuni locali equivoci della zona. Riprendiamo la metro tornando a Tuileries dove percorriamo i famosi giardini fino all’Arc de Triomphe du Carrousel, costruito nel 1805 per celebrare le vittorie di Napoleone. Poco distante ecco l’imponente struttura del più famoso museo del mondo: il Louvre, che però si è deciso di non visitare. Ci vorrebbe troppo tempo e non possiamo permettercelo. Dopo le foto di prammatica, sbuchiamo in place du Palais Royale dove è il Louvre des Antiquaires che ospita un complesso di negozi di antiquariato. Continuando per rue Rivoli entriamo nella St Germain l’Auxerrois, che nel XVI secolo divenne la chiesa preferita dei re. Gotica, con un’attraente torre campanaria con doccioni, nell’interno presenta alte colonne, cappelle con pregevoli sculture e alte vetrate policrome. Entriamo in seguito nel quartiere di Beaubourg dirigendo verso la straordinaria St Eustache, una delle più belle chiese della capitale con le sue cinque navate sostenute da alte colonne poligonali. Begli affreschi e un grandioso deambulatorio con, fra gli altri, il mausoleo di Colbert. Saremo anche fortunati, potendo assistere ai virtuosismi da pelle d’oca di un organista. La giornata è abbastanza soleggiata ma fresca, l’ideale per passeggiare anche se ormai, data la levataccia, la truppa è un po’ stanca. Si decide comunque di andare fino alla Défense, il più grande centro d’affari d’Europa con un estensione di 80 ettari. Sbuchiamo a Grande Arche, un edificio a forma di cubo cavo inaugurato nel 1989 che misura 110 metri per lato, simboleggiante una finestra aperta sul mondo. Prima di proseguire lungo la Esplanade ceniamo in un fast food della zona, per recuperare un po’ di energie. Quindi ridiscendiamo la passeggiata fra sculture moderniste e alti grattacieli fino alla bella scultura che commemora la difesa di Parigi durante la guerra franco prussiana. Il sole è ancora alto nel cielo nonostante siano già le otto di sera, ma sarebbe bello far vedere ai ragazzi una delle meraviglie del mondo, illuminata da migliaia di luci dall’affascinate struttura del Trocadero, perciò via con la metro fino a Etoile e quindi a Tour Eiffel. Giunti sotto l’immensa torre di ferro, non posso non notare negli occhi di tutta la famiglia la meraviglia che provoca loro questa immensa costruzione di travi di ferro costruita per l’esposizione universale del 1989 e che fu la più alta al mondo sino a quando, nel 1931, venne costruito l’Empire state building a New York. Dopo averla goduta da molti punti d’osservazione, attraversiamo il pont d’Iena entrando nella zona del Trocadero da dove attendiamo la calata delle tenebre e la conseguente accensione della Tour che ci toglierà il fiato per parecchio tempo. La giornata è stata intensissima; stanchi, ma soddisfatti, ritorniamo in albergo. L’indomani, siamo già svegli alle 6.30 e, dopo colazione, raggiungiamo l’Ile de la Cité dove contempliamo la straordinaria Cattedrale di Notre Dame. Capolavoro gotico, stile appunto nato in Francia, misura 130 metri in lunghezza e ha torri di 69 metri. Eccoci davanti alla facciata principale. Il rosone occidentale, gli stupendi tre ingressi, in particolare quello della Vergine. I rivoluzionari la saccheggiarono, bandirono la religione e la trasformarono prima in un tempio dedicato al culto della Ragione e poi in un deposito di vini. Napoleone restaurò il culto nel 1804. Molte sono le cose straordinarie al suo interno, come il transetto dal quale si ammirano le policromie dei due rosoni laterali, le transenne del coro, la statua di Luigi XVI e la Pietà di Nicolas Coustou. La navata di sinistra presenta il battistero della natività e quadri francesi, oltre a una bella tela di Guido Reni.. Notevole il percorso dell’ambulacro e, all’uscita, ci gustiamo gli archi rampanti della parte orientale, fiancheggiando poi la Senna fino ad ammirare il lato sud con il suo splendido rosone con al centro il trionfo di Cristo. E’ ora di salire sulla torre, ci mettiamo in fila notando come sia stata intelligente la scelta di venire presto. Ci sono climax assoluti a Parigi che richiedono di essere presenti prima del suo naturale orario d’apertura e questo è uno di quelli, con Versailles, il Louvre, la Tour Eiffel e la Sainte Chapelle. Saliamo i gradini fino in cima alla torre nord da cui si gode un bellissimo panorama di tutta la zona. Nonostante il tempo sia brutto, ma senza pioggia per fortuna, la vista spazia sino alla famosa torre e oltre, parzialmente occupata dalle galerie des chimeres, i famosi doccioni della cattedrale. Contenti per questa bella esperienza, e ridiscesi i gradini, restiamo per un po’ ad osservare con meraviglia l’imponente cattedrale dalla ampia piazza di fronte dov’è anche una statua equestre di Carlo Magno. Prossima tappa l’altra grande chiesa della zona: la Sainte Chapelle per la quale, però, dovremo sopportare una fila di quasi 45 minuti. D’altronde non si poteva fare diversamente. Ma una volta al suo interno, dopo la poco attraente cappella inferiore, saliamo in quella superiore: la porta d’ingresso al Paradiso, come i fedeli la chiamavano nel medioevo. Sono 15 magnifiche vetrate policrome ed istoriate che descrivono scene del vecchio e nuovo testamento. La cappella fu costruita nel 1248 da Luigi XI per ospitare la presunta corona di spine di Cristo, ora custodita nel tesoro di Notre Dame. In metro raggiungiamo quindi place Concorde per percorrere in seguito l’affascinante rue Royale fino a Place de la Madeleine, paradiso dei buongustai per la presenza di negozi specializzati in raffinatezze come tartufi, cioccolatini, champagne e caviale. Fauchon poi è davvero un luogo incredibile con i suoi 20.000 prodotti d’eccellenza. Entriamo quindi nella eglise omonima che presenta un colonnato corinzio lungo tutto il suo perimetro esterno. I rilievi delle porte bronzee illustrano i dieci comandamenti. Entrando, s’ammira immediatamente il bell’altare maggiore dedicato alla Maddalena portata in cielo. Profusione di colonne corinzie scanalate ed un bel mosaico nella semicupola dell’abside. Nelle cappelle pregevoli sculture che completano la visita di questa bella chiesa. Imbocchiamo quindi il boulevard des Capucines con i suoi magnifici locali come il famoso café de la Paix che conserva ancora oggi il fascino e le decorazioni del XIX secolo fino alla place de l’Opera dove ammiriamo il sontuoso edificio progettato da Charles Garnier per Napoleone III: l’Opera National. Una profusione di colonne, fregi e sculture che sarebbe interessante visitare al suo interno, invece decidiamo di proseguire e goderci la magnifica vista che se ne gode dalla terrazza della Galerie Lafayette. Sono certamente i grandi magazzini più famosi di Parigi con una magnifica cupola decorata internamente. Continuiamo la giornata percorrendo il Boulevard Haussman fino ai Les Passages, portici interni con negozi che vendono dai libri all’abbigliamento. Riprendiamo ora la metro andando al quartiere Beaubourg dove è il defensoer du tempe, il più moderno orologio pubblico di Parigi, una massiccia scultura meccanica in ottone e acciaio alta 4 metri e pesante una tonnellata giungendo poi al vicino Centre Pompidou che ospita il Musée National d’Art Moderne in un edificio assurdo anche se originale. Praticamente rovesciato, presenta scale mobili e condotti dell’aria all’esterno. Mah! La modernità! Dopo una sosta gelatosa proseguiamo le visite con la St.Merry purtroppo con la facciata in ristrutturazione. L’interno è pregevole con vetrate in buone condizioni e ottimi dipinti. Dopo aver apprezzato la Tour St Jacques, un imponente torre tardogotica del 1523, l’unico ricordo dell’antica chiesa, ritrovo dei fedeli in partenza per i luoghi di pellegrinaggio, percorriamo la rue de Temple e quindi la lunga Bourgeois fino alla stupenda place Vosges dove sostiamo per un po’ nei giardini centrali. La sua simmetria quadrata, i suoi 36 palazzi, nove su ogni lato, in pietra e mattoni con gli alti tetti in ardesia, i portici che la circondano completamente, conferiscono al tutto un fascino discreto e d’altri tempi. Al numero sei è la casa dove visse il celebre romanziere Victor Hugo. Raggiungiamo la rue St Antoine e poi, con una fermata di bus, scendiamo alla Place de la Bastille. In mezzo alla grande piazza, la Colonne de Juillet, in bronzo, che ricorda le vittime dei moti del 1830 che determinarono il rovesciamento della monarchia. In piazza, l’Opera national de Paris Bastille, uno dei più discussi teatri d’Europa, forse un po’ troppo modernista. Metro sino alla fermata St. Paul, sempre nel quartiere Marais per entrare nella chiesa di St. Paul. A tre navate, fu un simbolo del potere esecutivo dei gesuiti finché furono cacciati dalla Francia. Fu spogliata durante la rivoluzione, ma resta un bel dipinto di Delacroix: Cristo, nell’orto degli ulivi. Bene! Il programma della giornata è terminato. E’ giunto il momento di terminare con la cena e per farlo ci rechiamo in Rue de Rosiers, centro del quartiere ebraico. Sinagoghe, ristoranti kosher, locali che vendono falafel, panetterie. Scegliamo l’As du Fallafel dove gustiamo dei gustosi falafel ripieni di verdure. La truppa è cotta a puntino ed è ora di tornare al nostro albergo. Domattina sarà un'altra levataccia per consentirci di godere di un altro assoluto climax di Parigi infatti, alle 8.00, dopo colazione e due cambi di metro, siamo già di fronte all’immensa struttura in ferro della Tour Eiffel. L’apertura è prevista alle 9.00 e siamo stati previdenti a giungere qui prima. A quell’ora ci sarà una fila spaventosa. Saremo anche fortunati perché potremo salire fino in cima, piacere non sempre fruibile. Dall’alto si gode una visione meravigliosa di Parigi, dalla Place Concorde fino alla magica Sacre Coeur, dagli Invalides sino alla Defénse. Riempiamo gli occhi di tutte le immagini che vogliamo conservare nel nostro personale scrigno misterioso e, una volta ridiscesi, percorriamo gli Champs de Mars, i giardini che si estendono dalla Tour fino all’Ecole Militare. Da qui raggiungiamo il Dome. Voluta dal re Sole, vi riposano i resti di Napoleone, traslati qui da Sant’Elena nel 1840, 19 anni dopo la morte dello stesso. Ammiriamo la sua bella struttura circolare, lo stupendo affresco sulla cupola e, al centro, la cripta con la tomba di Napoleone. Originariamente pensato per ospitare le spoglie reali, divenne poi un monumento alla gloria dei Borboni. Poi nel 1840 Luigi Filippo decise di collocarvi al centro le spoglie del grande imperatore. A queste si aggiunsero poi le tombe di altri militari celebri. Proseguiamo le visite mattutine con la chiesa di San Clotilde. Due torri gotiche, pregevoli bassorilievi nelle varie stazioni della Via Crucis e le vetrate policrome con le scene della Santa. Notevole il transetto, impreziosito da due splendidi rosoni laterali e l’ambulacro. Raggiunto il vicino Boulevard St.German, lo percorriamo ammirando i suoi stupendi negozi, i famosi locali che lo impreziosiscono come la Brasserie Lipp, il café de Flore, il celeberrimo les deux Magots, luogo d’incontro di famosi personaggi, un tempo Hemingway. Ci concediamo una pausa pranzo all’interno di un centro commerciale e quindi proseguiamo le visite con la vicina St Germain de Pres, risalente al 542. Divenuta una potente abbazia benedettina, fu soppressa durante la Rivoluzione. All’interno si mescolano stili, ma non dona al visitatore, ora, molti spunti d’interesse. All’uscita si percorre un circuito che ci porterà al cuore di questa fascinosa zona. Di fronte al bel palais Abbatial, residenza degli abati dal 1586 fino alla Rivoluzione, parte la fascinosa rue de Fuistenberg con la sua piazzetta alberata, i suoi lampioni in vecchio stile. Proseguiamo poi nella Fontainbleau, nella Bucci. Ogni via impone quasi di sostare più volte ad ammirare le vetrine di splendidi negozi, ognuno con la sua definita personalità. Ed ecco Procope, forse il più antico caffè del mondo, oggi apprezzato ristorante. Rue de l’Odeon, sino al teatro omonimo e quindi entriamo nei Jardin de Luxembourg dove è il palais Luxembourg, sede del Senato. E’ un oasi di verde che si estende per 25 ettari dove sostiamo rilassandoci un po’ nei pressi della grande vasca ottagonale presente al suo centro. Ripartiamo in direzione della vicina place St. Sulpice, sede della famosa chiesa citata da Dan Brown nel suo Codice da Vinci. La costruzione di questa imponente chiesa richiese più di un secolo. La facciata neoclassica è disposta su tre ordine di colonne: ioniche, doriche e corinzie. Ampie vetrate illuminano l’interno della chiesa. Vicino all’ingresso ci sono due enormi conchiglie donate a Francesco I dalla repubblica di Venezia. Pregevole l’ambulacro e le opere di Delacroix presenti all’intermo. Scendiamo quindi alla metro di Mabillion e prendiamo la linea 10 fino a Cardinal Lemoine dove percorriamo la rue Clovis sino alla stupenda St.Etienne du Mont. Facciata bellissima, tempestata di bassorilievi e un’originale torre campanaria che assomiglia a un siluro. L’interno è ancora più bello, con tre navate e piacevoli cappelle laterali con vetrate policrome. Nella centrale è un pregevole pulpito in legno decorato e, più avanti, una straordinaria parete divisoria traforata tra la navata e il coro con scale a chiocciola che portano ad una balconata. Nella navata di destra la tomba di Santa Genoveffa e, più avanti, quella di Racine e Pascal. Entriamo ora al Pantheon. Luigi XV, guarito da una grave malattia nel 1744 decise di far costruire per riconoscenza una magnifica chiesa in onore di Santa Genoveffa, la patrona di Parigi. Durante la Rivoluzione la chiesa fu trasformata in Pantheon e destinata ad accogliere le tombe dei grandi di Francia. E’ una costruzione composta da quattro navate, al centro delle quali si erge una grande cupola decorata. Facciamo tutto il giro dell’interno. Sono molti gli affreschi, la maggior parte dedicati a Santa Genoveffa e poi scendiamo nella cripta dove sono conservate le tombe di Voltaire, Rousseau, Victor Hugo, Marie Curie ed Emil Zola. Anche quest’oggi abbiamo coperto per intero il programma che ci eravamo prefissati. Mancano solo altri due interessanti edifici, e per farlo ci incamminiamo sulla rue st. Jacques dove, per primo ammiriamo la Sorbonne, sede dell’università di Parigi. Discendiamo la rue St Jaques in direzione della Senna, fino alla bellissima eglise St Severin, perfetto esempio di gotico. Cinque navate, pregevoli cappelle decorate con vetrate di Santi e Madonne. L’abside è un po’ rovinata, ma bella come lo straordinario organo. Acquistiamo delle cibarie in un negozio col proposito di cenare in seguito in albergo. Il tempo è virato al brutto e scende qualche goccia di pioggia che ci consiglia di ritirarci. Anche domani infatti, ultimo giorno, dovremo svegliarci presto, alle 6.30. Non vogliamo arrivare infatti in ritardo a Versailles e pagare una sveglia ritardata con la fila fuori dal castello. Metro 4 fino a Saint Michel dove saliamo sulla Rer che ci porterà direttamente al magico Chateau. Purtroppo prenderemo il treno sbagliato a causa di una coincidenza sfortunata di circostanze che ci farà perdere una buona mezzora, ma giungiamo ugualmente in tempo a Versailles per fare colazione ed arrivare alla biglietteria alle 9 quasi in punto. L’immensa reggia di Versailles fu costruita verso la metà del XVII secolo durante il regno del re Sole, Luigi XIV, per proiettare sia in Francia che all’estero l’immagine del potere assoluto della monarchia francese. Circa 30.000 tra muratori e soldati lavorarono senza sosta per realizzare questo castello la cui costruzione svuotò le casse del regno. Come riuscì quel piccolo orfano di cinque anni, erede di un trono minacciato, a diventare nel 1643 il Re Sole? Il merito va ai suoi tutori: Anna d’Austria e il cardinale Mazzarino. Dalla madre imparò a considerare il proprio ruolo come quello di un monarca assoluto, dal cardinale apprese i segreti del gioco politico e dell’amministrazione dello Stato. Iniziamo la visita con un’indispensabile audioguida che ci indica ogni particolarità delle stanze che visitiamo. Si comincia con la straordinaria cappella reale con i suoi pavimenti di marmo, affreschi sulla cupola e altare barocco Dal vestibolo, alle 10 il Re entrava con i suoi familiari e nelle tribune laterali andavano quelli di rango inferiore. La successiva stanza di Ercole ci lascia basiti per l’opulenza dei suoi marmi provenienti dal Belgio e dai Pirenei, i più belli del reame. Ha un’altezza di quattro piani e sul caminetto un dipinto del Veronese. Nel salone di Venere ci sono affreschi sul soffitto e bellissimi cornicioni in legno colorato, porte in legno dorato. Il salone di Diana presenta grandi affreschi e un busto sul caminetto di Luigi XIV, a 27 anni realizzato dal Bernini e dei bellissimi busti di imperatori romani che mi sembrano in onice. Che dire poi del salone di Marte, dio della guerra. Mi colpiscono gli affreschi monocromatici presenti nei medaglioni. Alle pareti enormi quadri del pittore preferito del re, Charles le Brun, stupendo il ritratto di Maria Leczinska di Van Loo e i pellegrini di Emmaus del Veronese. E poi il salone della guerra con un bel medaglione in altorilievo di Luigi XIV. Entriamo ora nella celeberrima galleria degli specchi, una sala da ballo lunga 75 metri con 17 specchi enormi di fronte a finestre affacciate ai giardini Nel centro, dove c’era l’ultima volta un tavolo racchiuso da una teca dove fu firmato il trattato di Versailles alla fine della prima guerra mondiale, ora hanno posto una disgustosa statua moderna, una scarpa metallica (l’ideatore di questa ignominia dovrebbero essere cancellato col lanciafiamme). La volta è a botte con affreschi bellissimi. E poi ancora la camera del re con i bellissimi tendaggi intorno all’enorme letto; la sala della pace con, sopra il camino, un quadro di Lemoyne raffigurante Luigi XV che offre la pace a Europa; la sala dei nobili della regina, damascata e con un caminetto in marmo turchino. Straordinaria è l’anticamera della regina, ricca d’affreschi e legni dorati, agli angoli medaglioni monocromatici. Ed ancora la sala della coronazione, stanza che Luigi Filippo dedicò a Napoleone. Intorno, tre enormi quadri di pittori famosi francesi. Quindi la stanza 1792 dedicata alla fin della monarchia e all’instaurazione della repubblica. Terminata la visita dei grandi appartamenti, visitiamo ora quelli del Delfino, il principe ereditario, naturalmente in tono minore rispetto ai precedenti, ma pur sempre belli. Alla fine usciamo nei giardini, iniziando la visita dal parterre sud, per poi spingerci all’aranceto e al laghetto svizzero. Le piante, i giardini ora sono rigogliosi di fiori colorati. Ammiriamo le fontane del parterre d’eau, con splendide statue bronzee di fronte al cour de marbre e, anche qui, una scultura modernista orribile al centro. Lungo la scalinata scendiamo verso la fontana di Latona, che domina diverse statue in marmo. Quindi percorriamo il tappeto verde fino al bacino di Apollo lungo il quale facciamo una breve deviazione per concederci, in un chiosco, un frugale pasto. Raggiungiamo quindi il bacino con al centro il carro d’Apollo che emerge dall’acqua trainato da cavalli rampanti. E’ una fontana stupenda, proprio di fronte al Grand Canal, lungo 1560 metri, largo 62 ed orientato in modo da trasmettere il sole al tramonto. E’ attraversato dal Petit Canal, lungo 1.000 creando così un corpo d’acqua a forma di croce sul quale si possono fare gite in barca. Potremmo continuare la visita dei giardini con il Grand e Petit Trianon, ma giudico meglio impiegare il poco tempo che ci è rimasto tornando a Parigi. Una volta alla fermata di Invalides prendiamo la linea 13 fin quasi alla fine. Sarà la nostra ultima visita parigina e al contempo una chicca che vorrò regalare alla mia fantastica famiglia, un luogo poco conosciuto dai turisti che visitano questa straordinaria città ma, meritevole di essere considerata una climax assoluto: la Basilique Saint Denis. Fu una delle abbazie benedettine più potenti del medioevo e il primo importante edificio al mondo a essere costruito in stile gotico. Funse da modello per molte altre cattedrali francesi del XII secolo. Durante la rivoluzione, la basilica fu devastata, il restauro della struttura avvenne sotto Napoleone. La facciata presenta una sola torre, la seconda è crollata, tuttavia è un bellissimo esempio di gotico con i tre portali stupendamente decorati con statue, bassorilievi e sculture sulla volta delle trifore. All’interno, l’ampia navata centrale presenta delle vetrate straordinarie policrome ed istoriate. Il transetto, è la sezione che più impressiona con il rosone laterale sinistro stupendo. Quello destro, purtroppo, provvisoriamente in restauro. La zona absidale è quella più commovente. Quando si alzano gli occhi verso le sue vetrate che proseguono poi con altre fino al transetto, ci si sente felici di avere il privilegio di contemplarle, quasi in adorazione. Non c’è eloquenza appropriata per descrivere ciò che l’animo prova dinnanzi a questo spettacolo da delirio, ma la visita non è terminata ancora, anzi. Pagato il biglietto appena fuori dalla chiesa, accediamo alla zona absidale dove sono conservate le tombe, i mausolei dei re di Francia. E’ una delle collezioni di scultura funeraria più importante d’Europa. La tomba di Francesco I, costruita undici anni dopo la morte del re avvenuta nel 1547. Sulla destra le figure giacenti della dinastia capetingia del 1236. Nella superiore cappella di San Luigi osservo con meraviglia le statue in preghiera di Luigi XVI e di Maria Antonietta. Di fronte all’altare c’e la straordinaria tomba di re Dagoberto che si trova nel luogo dove il sovrano fu sepolto nel 629. Nella zona absidale ci sono due figure giacenti che sono tra le rare tombe in metallo ancora oggi conservate, e che raffigurano i due figli di san Luigi, morti in tenera età. Nel transetto nord ci sono altre due tombe stupende: quella di Enrico II e Caterina de Medici, onorati da una struttura monumentale realizzata nel 1560 e, più in basso, la tomba di Luigi XII e Anna di Bretagna, rappresentati nudi e scheletrici all’interno della tomba di marmo di Carrara e vivi e in preghiera sulla parte posteriore. E’ stata una quattro giorni straordinaria durante la quale abbiamo fatto godere ai nostri Giorgio e Paolo delle emozioni che conserveranno gelosamente dentro di loro. Raggiunta Port Maillot, saliamo sul bus che ci porterà all’aeroporto di Beauvais dove ci imbarchiamo in orario sul volo Ryanair di ritorno ad Orio al Serio. Esperienza gratificante, emozionante, come d’altronde sempre regala questa “ville extraordinaire”.
Proprietà letteraria
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