2011 RIGA
Centro mercantile del Baltico
Per la prima volta mi reco in una delle capitali baltiche. Partito in orario da Orio al Serio, atterro al Lidosta airport di Riga due ore e mezza dopo. Già sapevo che il clima quest’oggi non sarebbe stato gradevole infatti, un lieve pioggia cade dal cielo plumbeo di questa parte del nord Europa. Col bus 200E raggiungo in mezzora la stazione di Riga dove, nei pressi, è l’ostello che ho prenotato al solito modo dall’Italia. Ne riesco poco dopo, ombrello alla mano, dando inizio al tour cittadino. Percorrendo una delle vie principali della Città Vecchia, raggiungo il Duomo, coperto quasi per completo da un’impalcatura che m’impedisce di ammirarlo. E’ il più grande luogo di culto della regione baltica e, durante le molte fasi di ricostruzione, sono state aggiunte parti in stili differenti. Molte decorazioni interne furono distrutte durante la Riforma ed ora non dona granché. A tre navate, quella di sinistra è l’unica apprezzabile con le sue vetrate istoriate. Anche l’organo, costruito in Germania nel 1884 e allora il più grande del mondo, ora è coperto dalle impalcature. Delusione… come non entusiasmante è anche la visita della galleria a volte a crociera della cupola, con resti mal conservati, abbandonati all’umidità dell’esterno. Per fortuna la pioggia non dà noia, spesso desiste, così camminare sul ciottolato stradale diventa più semplice. La Città Vecchia è dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità ed è situata sulla sponda destra del fiume Daugava, proveniente dalla Russia e lungo ben 1020 chilometri. Si passeggia in un reticolo di strade pittoresche, circondate da palazzi in stile che catturano di continuo la mia attenzione. Eccomi ora ad ammirare dall’esterno la chiesa anglicana del Santo Salvatore, finanziata dai mercanti britannici nel 1857. Si pensi che in era sovietica venne trasformata in discoteca! Giungo quindi ad un complesso di edifici conosciuto come I tre fratelli, realizzati in tre differenti stili di cui il più bello è quello con il timpano a gradini. Entro quindi nella vicina cattedrale di San Giacomo e, anche qui, nulla che m’attrae in particolare. Sede dell’arcivescovo cattolico di Riga, presenta un altare misero con, posteriormente, tre vetrate dipinte. Che delusione! Percorro alcune vie commerciali fino alla Porta Svedese, unica rimanente delle otto porte esistenti e costruita durante il periodo di dominio svedese nel 1689. Qui vicino c’è l’imponente palazzo del Parlamento e, più avanti il parco Bastejkans, non troppo grande, ma una piacevole oasi verdeggiante in Città Vecchia. All’interno di una spianata sulla destra del parco ammiro il monumento alla Libertà, costruito nel 1935 sul posto dove già esisteva una statua di Pietro il Grande. Alto 42 metri, è un potente simbolo dell’indipendenza lettone. La base di granito è decorata con rilievi e statue delle virtù, il lavoro e la vita spirituale. Scendo quindi lungo la strada principale del centro, Kalju iela, fin nei pressi del Municipio alla ricerca di un buon ristorante e lo trovo al 1739. Ottimo locale con specialità lettoni dove ordine un buon piatto con assaggi di formaggi locali e quindi cotoletta di maiale con patate e cavoli con pane grattugiato e fritto. La birra sarà una bionda lettone di nome Aldaris Zelta. Soddisfatto della cena mi reco alla piazza del Municipio, che fino alla riforma locale del Governo del 1877 era il centro amministrativo di Riga. Il Municipio era uno dei centri di potere con il Castello e il Duomo. La piazza funse da mercato, da luogo di feste e di esecuzioni. Ora è il sito più fotografato della capitale, grazie alla presenza della Casa delle Teste Nere, di cui racconterò durante la giornata di domani. Sono stanco e decido di raggiungere la stazione nei pressi della quale è il mio ostello, proprio nella zona del Mercato, uno dei più grandi d’Europa. L’indomani mi sveglio non troppo presto. La luce compare più tardi ormai in ottobre e non vedo il motivo di forzare la mia sveglia. Colazione con uova, pancetta e the giù, al piccolo bar adiacente all’ostello, e quindi mi dirigo in Città Vecchia cominciando le visite dalla Gilda Piccola, palazzo che riuniva la corporazione dei mercanti tedeschi. Di fronte è la Gilda Grande, costruita nel XIII secolo e che mantenne il monopolio del commercio a Riga per secoli. Oggi l’edificio ospita concerti della filarmonica. Nei pressi è la cosiddetta Casa del Gatto. Questo piacevole palazzo art Nouveau di stile verticale, è una popolare immagine della capitale ed ha una storia che vorrei raccontare. In un periodo anteriore alla prima guerra mondiale, al mercante tedesco che possedeva il palazzo fu negato l’ingresso alla Gilda Grande poiché lettone e i membri dovevano essere tedeschi. Pose quindi sul tetto due statue di gatti neri con schiena arcuata e coda dritta in modo che la loro parte posteriore fosse di fronte alla sala della Gilda Dopo una battaglia legale il mercante ottenne infine l’ammissione alla Gilda e girò le statue dei gatti. Giungo quindi alla piazza dove è il monumento alla Libertà già ammirato ieri proseguendo fino alla Cattedrale Ortodossa. La struttura è sormontata da cinque cupole e fu costruita per la crescente comunità russa della città. Come per molti luoghi di culto, le autorità sovietiche trovarono un uso alternativo per l’edificio durante gli anni dell’occupazione. Negli anno ’60 fu trasformata in sala di lettura e planetario. Le decorazione furono quasi del tutto distrutte ed ora sono in fase di sostituzione ma, a differenza delle prime due chiese visitate, almeno questa si dimostra un luogo piacevole, con alcune pregevoli opere artistiche come le due iconostasi, una in posizione centrale e l’altra in una cappella sulla destra dove è presente un reliquiario molto adorato. A sinistra, un icona che rappresenta una Madonna Nera. Contento della visita, ora raggiungo la zona degli edifici art Nouveau della capitale, riconosciuta dall’Unesco come unica al mondo. Ammiro bellissimi palazzi caratteristici di questo stile, nelle sue varianti eclettico, che fa uso di asimmetrie, ornamenti simbolici e dettagli tratti dalla natura. Gli altri due sono il perpendicolare che enfatizza la composizione verticale e il romanticismo nazionale che comprende motivi folkloristici e l’uso di materiali naturali. Questi palazzi sono tutti concentrati in una zona che comprende le Elizabetes iela, la Albert iela e la Strelnieku iela. Bene…finalmente esce un po’ di sole che irradia di luce più appropriata tutti i monumenti visitabili. Anche il monumento alla Libertà ora mi sembra più affascinante. Mi reco nella zona del Municipio con l’intenzione di approfondire la conoscenza di tutta la zona nelle adiacenze. Comincio percorrendo Skarnu iela da cui giungo alla chiesa di San Giovanni, costruita in cotto e con una bella facciata, con campanile. L’interno, invece, possiede un curioso soffitto a volte con intelaiatura ramificate. L’altare barocco è minimale e solo due vetrate a sinistra sono di buona fattura. Quindi entro nella vicina chiesa di San Pietro, la più imponente della capitale, anche per la sua collocazione nei pressi della piazza del Municipio e per la sua torre di 123 metri che, con un lift, salgo e dalla quale si gode il più bel panorama della città, spaziante dal Sobborgo Mosca, oltre alla zona del mercato fino ai quartieri sul lato sinistro della Daugava. Trascorrerò qui in cima una buona mezzora ad ammirare la città sottostante, cercando di riconoscere ogni luogo d’interesse. Ridisceso, ne visito la chiesa, anche se in tutta franchezza, non offe nulla di particolare. Fu costruita dai Livi e non da stranieri. Ancora oggi i Livi popolano la costa detta dei Livoniani, lungo il golfo di Riga e il Mar Baltico, dominata da dune di sabbia e boschi di pini. Qui risiede il più piccolo gruppo etnico europeo, i Livi in villaggi di pescatori e attraenti spiagge. Ora nessuno dei legni originali della chiesa è rimasto, sebbene parti delle mura risalgano al XIII secolo. Le tre navate sono in mattoni come l’abside. Altare in legno, ma di poco pregio. Unica caratteristica, come la vicina chiesa di San Giacomo, la volta a crociera del soffitto. Giungo nella piazza del Municipio, il luogo più fotografato della capitale in una cornice di bei palazzi, con la statua di Orlando, leggendaria figura medievale e uno dei cavalieri di Carlo Magno. Ammiro la Casa delle Teste Nere, originariamente costruita nel 1334 per le Gilde della città. Con il tempo, le Teste Nere, una corporazione di mercanti stranieri, ne divenne la sola occupante. Il nome deriva dal loro patrono, San Maurizio (spesso rappresentato come moro). Presenta un bel frontone a gradini e un orologio astronomico, aggiunto nel 1622. Vicina c’è Casa Schwab costruita per far da complemento alla vicina ed ora sede dell’ufficio del turismo. Entro nel palazzo delle Teste Nere per visitarne gli ambienti anche se l’intero palazzo è stato distrutto nel 1941 durante la guerra mondiale e i sovietici ne demolirono i resti sette anni dopo. L’attuale costruzione data 1999. Al piano terra sono conservati oggetti preziosi, ambre, ori e argenti, tabacchiere, brocche e foto che testimoniano le distruzioni della guerra. Al secondo piano invece ci sono splendide sale tra le quali, la più bella, è la sala della assemblee con nove lampadari a goccia magnifici, quadri alle pareti, finestre dipinte a motivi geometrici e un pavimento in legno. La giornata sta procedendo bene. Il tempo è nuvoloso, ma di tanto in tanto il sole riesce a scardinare la cortina nuvolosa, abbracciando col suo tepore il corpo della gente. Mentre mi sto dirigendo alla piazza del Duomo, noto una pasticceria con dei tavolini esterni e ne approfitto per concedermi una fetta di torta e un buon caffé. Quindi passeggio lungo le vie intorno al Duomo per poi raggiungere il Castello, residenza ufficiale del presidente della Lettonia, con le guardie al di fuori del cancello d’entrata e due musei al suo interno, uno dei quali desidero ora visitare. Si tratta del museo della storia della Lettonia con le sue sculture religiose, i costumi tradizionali, i beni di consumi e gli ambienti casalinghi, ricostruiti dei diversi periodi storici. E poi ancora monete, banconote, ceramiche, insomma una buona visita che fa capire un po’ di più sulle tradizione del paese. Via ora, di nuovo, verso la piazza del Municipio dove entro nel museo dell’occupazione che offre una superba memoria delle sofferenze dei lettoni per mano tedesca durante la seconda guerra mondiale e, in seguito, con l’occupazione sovietica. La giornata sta giungendo ormai a conclusione, tuttavia voglio concedermi ancora una puntata alla Torre delle Polveri, tutto ciò che rimane del totale di 18 torri che erano parte delle mura difensiva della città. Quindi concludo con la visita al piccolo museo della porcellana dove, in poche sale, ammiro la storia della manifattura della porcellana in Lettonia. Ampia gamma di servizi da tavola e un enorme vaso rosso e oro creato per celebrare i 700 anni della città. Di valore storico hanno anche alcuni vasi che ritraggono leader sovietici. Ho ancora un po’ di tempo e lo trascorro attraversando il ponte Akmens (ponte di pietra) raggiungendo il lato sinistro della Daugava. Vagabondo un po’ fra palazzi ordinari e sobborghi anonimi per poi tornare indietro. Mi siedo fuori, su una panchina della piazza del Municipio, a contemplare l’ambiente circostante ed attendere l’ora di cena. Entrerò al Salve, un ristorante di specialità lettoni della piazza dove ordinerò Musmajas Pelmeni (ravioli ripieni di carne) e uno stinco di maiale con cavoli stufati. Quindi raggiungo soddisfatto il mio ostello dal quale esco il giorno seguente dirigendomi verso la chiesa luterana di Gesù, assolutamente anonima. Sto passeggiando per il sobborgo Mosca, l’area a est del Mercato Centrale. Molti dei suoi abitanti erano russi e da qui il nome della zona. Quando arrivò l’armata tedesca nel 1941, nel sobborgo venne stabilito il ghetto ebreo. Mi spingo alle rovine della sinagoga vicino alle quali c’è un memoriale costruito nel luglio del 2008 per commemorare i 66 anni dopo che i soldati tedeschi ebbero riempito la costruzione di famiglie ebree e dato loro fuoco. Nella zona del sobborgo Mosca svetta, imponente, l’Accademia delle Scienze, il primo grattacielo di Riga, costruito tra il 1953 e il 1957. Gli ornamenti includono figure folkloristiche lettone, motivi a falce e martello. Vi entro, salendo col lift fino al diciassettesimo piano dove, in completa solitudine, godo di un panorama bellissimo che spazia tutto intorno per decine di chilometri. Ultima visita alla chiesa russa ortodossa dell’Annunciazione che mi riserverà una gradita sorpresa. Si sta svolgendo la funzione religiosa officiata da due austeri preti e ascoltata da una ventina di fedeli adoranti. Assisterò per una ventina di minuti alla liturgia, in silenzio e ammirazione, per poi uscire e dirigermi verso il Mercato Centrale, ospitato dentro e attorno agli hangar dello Zeppelin. All’esterno si vendono prevalentemente fiori e abbigliamento, mentre dentro, decine e decine di banchi di verdura, formaggi, carni e pesci espongono le loro succulenti prelibatezze. Acquisto dell’affettato e una fetta di torta che mangio all’esterno seduto su una panchina del bus terminal. E’ giunto il momento di tornare all’aeroporto. Salgo sul 200E e lo raggiungo. Il volo di ritorno non mi riserverà problemi e durante le due ore e mezza ripercorrerò con la memoria i momenti salienti di questa piacevole escursione in Lettonia.
Proprietà letteraria
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