2013  SARDEGNA

Spiagge … e non solo!

 

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Oasi di Biderrosa - Gosia a bagno

 

Partiti con un volo Easy Jet da Malpensa alle 14.45, atterriamo all’aeroporto di Olbia un ora dopo. Un pullman della Eden Viaggi ci aspetta insieme ad altri vacanzieri per portarci al nostro villaggio sito nel comune di Siniscola, sulla costa est, a La Caletta. La struttura non ha una gran piscina e inoltre, per raggiungere la spiaggia bisogna prendere un trenino elettrico che ogni quarto d’ora trasporta alla bella spiaggia locale distante dieci minuti. Tutto questo però rimbalza dentro me dato che sono ben altri i miei progetti, che non restare intrappolato in questo covo di rammolliti psichici il cui unico scopo è rimpinzarsi al buffet e farsi divertire dai ragazzi dell’animazione, oltre naturalmente ostentare il possesso di un telefonino che coccolano continuamente come non farebbero neppure con la pelle d’un amante. La giornata termina però senza fatti di rilievo, se non constatare che la cucina è davvero superba e che spinge la persona a desiderare il momento di goderne. L’indomani non accade nulla di interessante da menzionare. Si va al mare col trenino e ci si fa vezzeggiare dalle acque cristalline presenti. Una vita però che comincia a sobillare dentro di me aria di ribellione. Come si possa trascorrere il tempo in un villaggio avendo una intera Sardegna da scoprire mi pare una offesa alla fortuna di esservi presenti; questo vale, naturalmente per ogni luogo del pianeta. Martedì riesco a persuadere la famigliola a prendere parte ad una escursione che, nel pomeriggio ci porta alla famosa e poco distante Oasi di Biderrosa. All’interno di un parco naturale protetto dall’ente foreste possiede 800 ettari di natura selvaggia caratterizzata dalla macchia mediterranea. L’accesso è a numero chiuso (120 auto, 500 persone al giorno). Un piccolo paradiso con un mare incantevole col fondale basso, sabbia candida ed una corone di colline e montagnette granitiche che cingono l’oasi. Alle spalle è presente uno stagno con numerosi gabbiani e visitato, in stagione meno affollata, anche dai flamingos. Finalmente giunge il giorno in cui è previsto il ritiro dell’auto prenotata all’aeroporto di Olbia. Quelli più vicini mi davano solo 400 chilometri di autonomia e il resto a pagamento, mentre io voglio il chilometraggio illimitato. Ritiro una Peugeot 208 facendo il mio ritorno in villaggio verso le 14.00. Carico la famiglia guidando verso sud per una quindicina di chilometri fino alla località di Capo Comino, una cala sabbiosa circondata da dune di sabbia e macchia mediterranea. La spiaggia è affollata, come lo saranno quasi tutte le altre che visiteremo; d’altronde cosa si vuole pretendere se si viaggia in Sardegna in agosto? Proseguiamo ora a quella successiva di Berchida, con spiaggia lunga svariati chilometri di sabbia fine, immersa in una natura selvaggia e cinta da colline di granito. E’ considerata la più bella d’Italia e fra le dieci più belle al mondo. Nulla da dire sulla bellezza della sopraccitata, ma chi ha fatto queste classifiche non deve essere stato alle Maldive, ad Anguilla, a La Digue ed in altre decine di luoghi che considero di gran lunga migliori. Ripartiamo e raggiungiamo Marina di Orosei. La spiaggia è stretta e il fondale precipita in tre metri sconsigliandone il godimento ai bambini e a coloro che non sappiamo nuotare. Noi comunque ci divertiamo un sacco a farci sballottare dalle onde. Il pomeriggio termina così e torniamo soddisfatti del suo sviluppo. Partecipo di sera per una volta allo spettacolino serale, anche se non è attività che mi da soddisfazione. Non mi capacito di come ci si possa divertire con  così poco, resisto fino alla fine giurando a me stesso che non mi si riuscirà mai più a coinvolgere in queste turistate, a meno di trascinarmi incatenato. Il giorno seguente, giovedì, partiamo prestissimo con la volontà di raggiungere Palau in Costa Smeralda. La giornata sembra affacciarsi ben soleggiata come le precedenti e suscita in noi il desiderio di scoprire il famoso arcipelago della Maddalena, così compriamo un pacchetto che include anche il pranzo a bordo. Immaginavamo che avremmo incontrato frotte di turisti e così sarà. Lasciato il porto di Palau costeggiamo per un po’ un promontorio a ovest le cui colline sono impreziosite da ville milionarie fino a raggiungere l’isola di Spargi, luogo dove sbarchiamo nella splendida Cala Corsara dopo aver ammirato alcune rocce modellate dal mare e dal vento come il cane bulldog, la testa della strega, lo stivale d’Italia. Lo sbarco dei turisti su questa minuscola cala mi riporta all’esodo biblico degli hutu verso Goma e lo Zaire. Ognuno era affannato alla ricerca del suo metro quadro dove distendere il proprio telo mare. Patetico! L’entrata in acqua è un impresa ma, una volta conquistata la meta, per me è solo questione di qualche bracciata per dileguarmi al largo mentre osservo la distesa di gente che sguazza come in una piscina, tutti accalcati in cerca di refrigerio. Dopo il pasto a bordo che richiama alla mia mente episodi alla Fantozzi, il percorso prosegue verso l’isola di Santa Maria dove ha luogo il secondo sbarco bagno nella locale cala. Il tempo si rannuvola e non consente più di ammirare i colori del mare che in questo arcipelago deliziano davvero l’animo, compromesso dalla stretta turistica opprimente. Adempiuto all’obbligo della nuotata si riparte costeggiando la spiaggia rosa dell’isola di Budelli che di rosa ha ora ben poco dato che nel tempo se la sono portata via tutti nelle boccette per souvenir. Dopo un’ultima sosta acquatica in alto mare si costeggia l’isola principale della Maddalena fino a entrare nel porto turistico dove è prevista, per chi lo vuole, un giro turistico in pullman a visitare l’interno dell’isola. Notiamo la zona dell’ex arsenale militare della base aerea statunitense smobilitata nel 2009, l’edificio che avrebbe dovuto ospitare il G8 poi trasferito in Abruzzo. Sul lungomare apprezziamo bei palazzi del ‘700 e dell’800 per poi ritornare in barca e guadagnare nuovamente Palau e tornare al villaggio. E’ stata una giornata stancante, ma domani, giovedì dopo una lauta colazione, continuiamo le visite dirigendoci verso la prima spiaggia della giornata, quella abbastanza prossima a noi di Budoni che abbiamo la chance di gioirne senza troppi bagnanti, data la mattinata ancora giovane. Inutile citare la qualità cristallina delle acque, quella sarà una caratteristica che riscontreremo in qualsiasi spiaggia visitata durante il soggiorno in terra sarda. Una pineta, alle nostre spalle, completa un quadro già di per se affrescato da un pittore particolarmente ispirato. La scelta seguente cade sulla spiaggia dell’Isuledda, non molto lunga ma affascinante, racchiusa in una baia e tagliata da un rio che qui sfocia in mare. Solita pineta che la ricama alle spalle e la splendida visione dell’isola Tavolara, area marina protetta ed alta 500 metri. Restiamo qui per il resto del tempo fino a mezzogiorno quando torniamo per il pasto al villaggio. Quindi riprendiamo dirigendoci verso la famosa spiaggia di La Cinta nel comune di San Teodoro. Quattro chilometri di sabbia che degradano in un mare dal colore turchese. La bella giornata di sole non fa che esaltare le sfumature del mare. Esaltante. Dopo un oretta risaliamo ancora più a nord ammirando lo stagno di San Teodoro e la successiva spiaggia di Lu Impostu, collocata in una bella scenografia fra macchia mediterranea e ville che si intonano perfettamente nel paesaggio. I colori del mare spaziano dall’avorio al blu cobalto. Nella baia successiva sostiamo all’ultima spiaggia della giornata, quella di Brandinchi, spettacolare, circondata da pineta e dune. Proprio da questa spiaggia Garibaldi, nel 1867, dopo una fortunosa fuga da Caprera, s’imbarcò sulla San Francisco direzione Piombino per tentare di liberare Roma. Le due ore che trascorreremo qui saranno una beatitudine per lo spirito, attratto dalla bellezza naturale di un luogo persino difficile da descrivere a parole, solo con l’immagine se ne rende onore. Si ritorna in seguito felici della strepitosa giornata nel nostro villaggio a La Caletta. Domani, sabato è l’ultimo giorno di viaggio, dobbiamo onorarlo al meglio e si decide di partire molto presto verso la mitica Costa Smeralda. Giungiamo alle 8.00 a Porto Cervo, frazione del comune di Arzachena e località più blasonata di Sardegna. Dopo un occhiata ai nuovi negozi Harrod’s sulla Promenade du Port ci rechiamo alla celebre chiesa Stella Maris che presenta una bianca architettura originale. Attraverso un bel portale in bronzo sbalzato si entra a visitare un interno spoglio, ma che conserva un pregevole dipinto attribuito al celebre pittore cretese El Greco. Ci rechiamo ora al centro e, dopo aver parcheggiato, passeggiamo nelle sue vie ancora prive di vita mondana(data l’ora) per ammirare le vetrine dei negozi sulla passeggiata dalle grande firme come Dolce e Gabbana, Cartier, Louis Vitton e poi ancora la piazza delle Chiacchiere, e infine la celebre Piazza circondata da locali frequentati da star e starlette con una vista sul Porto Vecchio dove sono ormeggiati yacht incredibili. E’ ora di dedicarci al mare e la nostra prima scelta cade sulla spiaggia di Romazzino che dividiamo con pochissima gente. Si respira aria di lusso che traspira dall’albergo che domina la spiaggia di sabbia fine, dalle ville incastonate nella vegetazione con ognuna i suoi approdi privati. Quindi ci dirigiamo alla celebre spiaggia del Principe. Per arrivarci si deve scendere per dieci minuti un sentiero impervio, ma ne vale la pena. Questo luogo è incantevole e prende il nome dal principe Aga Khan. Divisa in due parti da un gruppo di scogli che emerge dalla battigia, presenta un mare dai colori stupefacenti dovuti al fondale di sabbia e granito. Salendo per poco sulle rocce, sulla destra, si arriva ad un belvedere che regala emozioni a non finire. Vi sostiamo per il tempo che merita per poi ripartire verso l’altra località famosa della Costa Smeralda: Porto Rotondo. Dopo un veloce pasto al sacco a Portisco visitiamo in auto la cittadina circondata da rocce granitiche e macchia mediterranea e abbellita da innumerevoli cespugli fioriti. Ospita anch’essa un turismo d’elite, ma offre forse un contesto più naturale e ridente. Qui vicino c’è la spiaggia Ira, chiamata così in onore a Ira von Fürstenberg, che la frequentava regolarmente. Ben attrezzata e con alle spalle un complesso turistico, ci accoglie per un oretta fino a quando decidiamo di ripartire verso la spiaggia della Marinella, anch’essa celebre. Purtroppo, dopo ripetuti giri non riusciamo a trovare posto nel grande parcheggio alle sue spalle. Delusi ripartiamo verso il Golfo degli Aranci, altra zona delizia per gli occhi quando dall’alto si presenta dai mille colori che solo una giornata di sole come questa sa estrapolare dalla sua vegetazione ricca e dal mare cristallino. Scegliamo di sostare alla cosiddetta Terza spiaggia. Niente di eccezionale, ma un benessere per il corpo e per lo spirito. Ultima esperienza balneare alla Spiaggia Bianca, anch’essa zeppa di gente che, una volta eliminata con la forza della mente dona pace allo spirito. Siamo soddisfatti di questo giorno speciale e, a tardo pomeriggio, ritorniamo a La Caletta. Domenica è previsto alle undici il trasferimento in aeroporto. Per me però, che devo consegnarvi l’auto non sono terminate le scoperte. Ma bisogna volerlo, e fermamente. E’ per questo che parto alle cinque del mattino, direzione Nuoro e la piccola cittadina di Ottala dove ammiro la chiesa di San Nicola, una delle più significative chiese romaniche dell’isola. La facciata, a capanna, si sviluppa su tre ordini con lesene e rombi decorativi. Nonostante l’esterno sia originale, sarebbe l’interno, con il suo famoso polittico trecentesco e il crocefisso ligneo meritevoli di visita, purtroppo oggi è chiusa per via di una festa all’altra chiesa presente e a nulla valgono i miei sforzi suonando persino alla casa del parroco per poterla ammirare. Attraverso la campagna, punteggiata da colline, da rocce granitiche ed immersa in un silenzio da beatitudine, giungo al nuraghe di Sant’Antine, uno dei meglio conservati di Sardegna. Centro sociale della vita degli antichi sardi, i nuragici commerciavano con i micenei, coi minoici, coi fenici e con gli etruschi. Ce ne sono circa 8.000 sull’isola, anche se sono pochi quelli ben conservati come questo. Proseguo fino a Torralba dove per fortuna trovo la chiesa San Pietro di Sorres aperta, con il suo annesso monastero benedettino. Costruita a partire dal XI secolo con un’alternanza di pietre calcaree e vulcaniche,  presenta una piacevole facciata che si spiega su tre ordine con lesene che sorreggono cinque arcatelle. L’interno, a tre navate con volte a vela, ripresenta lo stesso effetto architettonico dell’esterno. Pregevole il pulpito marmoreo e l’abside, oltre ad un sarcofago all’inizio della navata sinistra. Attraverso la cittadina di Mores giungo a Ozieri, piacevole località dove mi addentro nei suoi vicoli fino alla bella cattedrale di Santa Maria Immacolata. A croce latina e a tre navate, presenta cappelle con notevoli dipinti, specie il primo a sinistra e statue. L’altare maggiore, in marmo intarsiato è il pezzo più pregiato ed è sormontato dalle statue della Vergine e di due angeli. Nell’abside due belle vetrate istoriate. La balaustra del presbiterio è anticipata da una scalinata in marmo con ai lati due leoni sdraiati. E’ ora di correre in aeroporto e consegnare l’auto, dopo aver rubato ad una mattinata destinata al nulla importanti tasselli di cultura sarda. Alla prossima!

 

 

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