2015  BAVIERA

In treno per la Baviera

 

Un viaggio intensissimo, organizzato superbamente, per sfruttare al massimo i pochi giorni a disposizione. Parto dal terminal 2 di Malpensa con un volo Easy Jet alle 16.50 e alle 17.40 sono già atterrato al Messe di Stoccarda. Con un treno della S2 raggiungo in 20 minuti la stazione centrale da dove proseguo con la metro U14 fino alla fermata Mineralbader, nella periferia cittadina. Prendo possesso della camera al vicino hotel Lamm e poi ritorno in stazione cercando di visitare ciò che posso nel tempo rimanente. Il sole sta scendendo, ma ho la possibilità di ammirare buona parte del centro percorrendo dapprima la pedonale Konigstrasse, con i suoi negozi e locali, fino alla principale Schlossplatz con al centro la colonna del Giubileo, eretta per l’anniversario dell’ascesa al trono di Guglielmo I. Nella piazza ci sono tre fontane e, ad una estremità, il Neues Schloss, vecchia residenza della famiglia reale ora occupata dall’amministrazione regionale. Sulla balaustra frontale una serie di statue della mitologia. Più affascinante la vicina Shillerplatz, con al centro la statua di Friedrich Shiller e, a sinistra, l’Alte Kanzlei, la vecchia Cancelleria, sede ora del museo degli strumenti musicali. Quindi la bella Stiftskirche, ora naturalmente chiusa, ma che non mi impedisce di apprezzarne il campanile su sei ordini neogotici, con il grande orologio. Nei paraggi il Markthalle, il mercato coperto e una serie di negozi di lusso. Proseguo fino in fondo alla Konigstrasse e quindi mi immergo in una zona laterale ricca di strette stradine ricche di locali, avvolti ormai dalla luce dei lampioni. Passeggiando piacevolmente verso la stazione raggiungo la Operrhaus, più volte premiata per la qualità degli spettacoli, specie di lirica che mette in scena. Nonostante il buio serale sia già calato sulla città riesco comunque ad ammirare le sei coppie di colonne ioniche e le dieci statue sul fronte circolare. La struttura è posta al limitare di un laghetto reso leggiadro dalla presenza di alcuni cigni. Nel poco tempo a disposizione ho comunque potuto farmi una sufficiente idea della città che, comunque, non rientrava nemmeno nei miei programmi. Sempre con la U14 ritorno in albergo, domattina sarà una levataccia e ho bisogno di riposare. Sveglia alle 4 e, mezzora più tardi, sono già alla fermata della U1 che dovrebbe iniziare le sue corse proprio ora per la Hauptbahnhof, la stazione centrale. Faccio colazione e prendo il treno delle 6.05 per Norimberga, seconda città della Baviera e capitale della Franconia. Il suo centro storico, dai tratti medievali, è quasi interamente cinto da una poderosa cerchia di mura, ricostruite fedelmente dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale. Vi giungo alle 8.20 e comincio la visita partendo proprio dal Frauentoturm, un torrione cilindrico che segna l’inizio della strada principale del centro storico, la Konigstrasse. Come a Stoccarda, questa è la via dello shopping, ma non mancano edifici interessanti come l’imponente Mauthalle, l’edificio del dazio e altri con piacevoli frontoni a scalare. All’angolo con la Karolinenstrasse, di fronte alle famosa St.Lorenz, è la Nassahuerhaus con un piacevole bovindo e 4 torrioni d’angolo. Proprio di fronte, una curiosa fontana in bronzo, dove l’acqua sgorga dai capezzoli delle donne che vi sono scolpite. Più avanti giungo nella piazza principale, la Hauptmark, dove le bancarelle di un mercato circondano la Shoner Brunnen, una fontana gotica realizzata nel 1385. Proprio di fronte mi si para la trecentesca Frauenkirche, la più antica chiesa gotica della Franconia. Ha un’architettura originale, con un portichetto centrale e una stretta torre campanaria con al centro un grande orologio del 1509 che a mezzogiorno si anima con la sfilata di sette figurine che rappresentano i principi elettori davanti all’imperatore. L’interno è a pianta quadrata, a tre navate. L’opera principale è nell’abside, il Tucher-Altar capolavoro della scuola locale. Le alte vetrate dell’abside sono solo parzialmente decorate in policromia. Proseguo le visite dirigendomi al Weinstadel, sul fiume Pregnitz dove c’è un bell’edificio a graticci eretto nel 1446, uno degli angoli più caratteristici della città. Questo metodo di costruzione consiste in intelaiature di legno collegate tra di loro in diverse posizioni, bene in vista in facciata, e gli spazi fra le travi sono riempiti con pietre, limo o laterizi. Mi reco ora alla St.Sepald che presenta due campanili a guglia. L’interno è a tre navate, con statue policrome tre-quattrocentesche sulle policolonne di quella centrale, che presenta una volta a crociera. Superba la tomba di San Sebaldo, una delle maggiori opere di Peter Vischer il vecchio (1508). Le alte vetrate dell’ambulacro, antiche (le centrali del ‘500), non sono ben conservate. Qua e là alcune statue moderniste, inappropriate per il luogo. Avvolto da una piacevole corona di sole salgo verso il Burg, il castello di Norimberga, eretto nel 1039 e fulcro del regno fino a quando, a meta del ’400 assunse solo funzioni militari. Dopo aver ammirato dal balcone panoramico un bel colpo d’occhio sulla città, con la sua moltitudine di abbaini e tetti a spioventi, entro nel castello visitando prima la stanza dove l’imperatore riceveva i dignitari e fungeva anche da tribunale. Salgo quindi alla cappella imperiale da dove seguiva le funzioni religiose e quindi al museo dove sono esposti alcuni pezzi notevoli come la Bolla d’Oro con all’interno il “capitolo” ove si illustrava il cerimoniale di incoronazione dell’imperatore, la Lancia Sacra, la più antica del mondo, dei tempi di Ottone I e un centro tavola preziosissimo. Salgo ora alla Sinwelturm da cui si può contemplare il miglior panorama sulla città. Mi concedo un bratwurst, tipico di Norimberga, una salsiccia prodotta con carne macinata di vitello, di maiale o manzo e poi termino con la visita alla St.Lorenz, capolavoro del gotico maturo, la cui prima pietra fu posta nel 1280. Il doppio portale presenta statue e rilievi sulla vita di Cristo e il Giudizio universale. Le tre navate dell’interno sono scandite da colonne dalle fitte nervature. Molto belli gli stalli lignei del coro e una originale costruzione a sinistra del presbiterio, una sorta di tabernacolo a colonna finemente scolpito, opera di Adam Kraft (1493) che mi pare di non aver mai visto altrove.  Da citare, inoltre, i bei finestroni istoriati come il secondo a destra chiamato l’albero di Jesse e il Dreikonigsaltar nell’ambulacro, con la Madonna, il Bambino e Santi. E’ ora di raggiungere di nuovo la stazione dove riparto con un treno delle 12.49 alla volta della vicina Bamberga che raggiungo alle 13.50. Attraversato il ponte sul fiume Pregnitz entro nel centro vecchio camminando lungo la via dello shopping fino a Gruner Markt dove è un mercato della frutta, una fontana di Nettuno e l’affascinante chiesa di St.Martin però in pesante ristrutturazione interna. Decido di cominciare le visite dalla zona più pittoresca, percorrendo la Fisherei e, attraversando un ponte, ecco una bella visuale delle casette di Klein Venedig(piccola Venezia) il vecchio quartiere dei pescatori con casette direttamente sul Pregnitz, alcune delle quali a graticcio. Passeggio quindi sulla piacevole Dominikanerstrasse, ricca di negozi e locali fra cui la celebre birreria Schlenkerla, sino al ponte Untere Brucke, ornato dalla elegante statua barocca di S. Cunegonda e dal quale si gode il miglior panorama sulla Piccola Venezia. Nei pressi è l’altro famoso ponte, Obere Brucke, con il suo monumentale gruppo della Crocifissione e dov’è l’Altes Rathaus con la sua facciata completamente affrescata. A lato è la bella casa Rottmeister, a graticci. Percorrendo ora la Karolinenstrasse, la via degli antiquari, sbuco dinnanzi all’imponente mole del Dom, il Duomo di Bamberga con l’inconfondibile profilo delle quattro torri. E’ un superbo capolavoro dell’arte medievale la cui prima pietra fu posta dall’ultimo sovrano sassone: Enrico II. Per consacrarla, nel 1012, Papa Benedetto VIII valicò le Alpi. All’esterno il coro orientale si staglia su un alto zoccolo con monofore e una galleria ad archetti. I due portali presentano profili a losanghe di ascendenza normanna e sculture romaniche. L’interno è a tre navate. Di fronte al presbiterio del coro orientale (romanico) ammiro la tomba della coppia imperiale: Enrico II e Cunegonda; sulla sinistra il Cavaliere di Bamberga, l’opera più famosa e importante del Duomo, realizzata nel 1235 da un artista sconosciuto. Sul lato opposto, nel coro occidentale (gotico) è presente la Cattedra, il seggio vescovile dell’arcivescovo di Bamberga, in mezzo agli stalli lignei del 1380. Lateralmente, a sinistra, è il magnifico altare di Maria di Veit Stoss (1520) dove sono raffigurati la nascita di Gesù, la fuga di Maria, Giuseppe col Bambino e l’adorazione dei Magi. Termino la visita con la cappella del Chiodo, circondata da lastre tombali e il cui nome deriva dalla reliquia del Chiodo della crocifissione di Gesù, venerato qui a Bamberga fin dal XIV secolo. E’ ora di entrare alla Neue Residenz, il simbolo barocco del potere ecclesiastico degli Schonborn. La visita è guidata e si parte subito dalla straordinaria sala dell’imperatore ornata da magnifici affreschi, molti in trompe-l'œil di Melchior Steidl. Notevole sarà anche il Gabinetto veneziano con appesi ben dieci dipinti di Canaletto. Ammiro anche la sala dei ricevimenti, quella della principessa, il suo studio, la sala del principe vescovo, la sala bianca. Ogni ambiente è decorato con stucchi, con pregevoli arazzi della manifattura di Bruxelles, vasi e stufe di Delft e, infine, l’enorme sala da pranzo. Ultimato il giro guidato ho libertà di visitare da solo la Staatsgalerie che riunisce dipinti di autori tedeschi, fiamminghi e francesi. Nulla di indimenticabile se non alcune belle opere di Lucas Cranach come Piramo e Tisbe, il sacrificio di Abramo e Lucrezia. E poi anche il carnevale di David Vinckboon e il diluvio di Hans Grien, oltre anche ad alcune opere di Lievens, De Heen e Seghers. Per ultimo salgo fino al Michaelsberg, un tempo roccaforte benedettina dell’imperatore Enrico II e ora casa di riposo. Ammiro esternamente la locale chiesa, il bel panorama sulla sottostante città e quindi ridiscendo dirigendomi verso l’hotel Alt Bamberg prenotato. Sistemo le mie cose e riesco concedendomi una piacevole passeggiata fino alla birreria Schlenkerla dove gusto una Schlenkerla bratwurst con cavolo bianco e una ottima Schlenkerla Weisse. E’ stata una bellissima giornata e mi ritiro quindi per riposare. Domattina dovrò alzarmi ancora prestissimo, alle 5.00. Il treno per Norimberga parte alle 6.12. Vi giungo alle 7.15, ripartendo poi per Ratisbona alle 7.35. Alle 8.45 arrivo a quella che sarà la tappa più importante del viaggio. Città libera dell’impero dal 1250 fu il centro di una delle vie commerciali più battute tra oriente ed occidente, grazie soprattutto al Danubio che mise in contatto con i più importanti mercati d’Europa. In seguito i suoi mercanti uscirono dal palcoscenico internazionale per l’affermarsi di nuovi centri di scambio. E’ stata tra le poche città tedesche ad essere uscita quasi indenne dalla seconda guerra mondiale, il suo centro è stato iscritto fra i patrimoni dell’umanità. Percorro la lunga Maximilian strasse, la via dello shopping fino all’Alte Kapelle, l’antica cappella di corte fu barocchizzata nel 1747 e presenta una profusione di stucchi notevoli sia nella navata centrale ricca di affreschi, sia sulla volta a botte. Il presbiterio è particolarmente interessante per i due oratori laterali. Proseguo con la vicina Niedermunster, la chiesa dell’antico monastero, oggi chiesa episcopale, barocca a tre navate. La volta della centrale è finemente decorata mentre nella navata di sinistra si può ammirare la cappella della Madonna Nera. Più avanti, verso il presbiterio, è il monumento di maggior pregio: la tomba di S.Erardo del 1300. Percorso ancora un centinaio di metri giungo alla Domplatz, sede del magnifico Duomo di Ratisbona. Rimango per molto tempo ad ammirarne l’esterno gotico, uno dei migliori di Germania e dell’intera Europa. Il portale principale è tempestato di statue, rilievi del 1340 e presenta una struttura originale, con una sorta di colonna centrale avanzata, anch’essa ricca di statue e decorazioni. Due torri di 105 metri esaltano la facciata. Finestroni binati tra i contrafforti alleggeriscono il fianco meridionale con in alto le guglie e i doccioni. La sua costruzione durò più di 250 anni. L’interno è straordinario, a tre navate. Percorro prima quella di destra estasiandomi di fronte alle stupende vetrate istoriate policrome come la terza e la quarta. La sesta, la famosa vetrata medievale di San Pietro, è magnifica e risale al 1320. Mozzafiato sono anche le tre vetrate alte del’ambulacro. Originale il pozzo del Duomo, a sinistra, che riforniva d’acqua direttamente all’interno. E poi ancora la cappella Sailer, la parte più antica del Duomo, con il ciborio della Natività e molte lastre tombali. Peccato per le vetrate del cleristorio non dipinte, ma nel complesso questo luogo sorride al visitatore, come l’angelo sorridente, scultura che orna uno dei pilastri occidentali. Quindi entro nelle stanze del tesoro dove, oltre a vetrine ricche di paramenti sacri, ci sono piatti in argento sbalzato, reliquiari e calici preziosamente lavorati. Uscito, proseguo lungo la centrale Goliathstrasse sino all’Altes Rathaus, barocco, su cui svetta la Ratsturm. Un rapido panino e poi via verso St.Emmeram, il più antico monastero benedettino della Baviera, fondato sul luogo di sepoltura del vescovo Emmeramo, martirizzato a Ratisbona nel 652. Nel IX secolo uscirono da qui alcune delle più belle pagine miniate dell’era carolingia. La residenza privata della potente famiglia Thurm und Taxis giunta in città a metà ‘700 ha inglobato alcune parti del monastero e attraverso una visita guidata si possono ammirare alcune delle bellissime stanze. Al centro del cortile è una fontana con gli stemmi degli otto principi elettori. Si comincia salendo al primo piano di questo castello di 500 stanze, il più grande ancora abitato al mondo. La sala da pranzo presenta un lampadario enorme del peso di una tonnellata e un tavolo che, aperto, poteva accomodare 33 persone. La famiglia che vi abita divenne enormemente ricca praticamente inventando il servizio postale, che assunse un importanza notevole all’interno dell’impero e grazie al quale questa famiglia divenne una delle più floride d’Europa. Dopo Francoforte, dove era la sede della compagnia, si trasferirono qui. Alcuni soffitti di stanze hanno dei dipinti grotteschi, altri a cassettoni e molte sono impreziosite con arazzi di manifattura belga.. La sala da ballo è enorme, con 14 grandi specchi alle pareti, tre lampadari di vetro ed un soffitto alto sette metri che per realizzarlo si dovette abbattere il piano sopra. E poi ancora la sala d’argento con sedie, divani, mobili e specchi decorati con una lega di argento e rame, per impedire che il metallo prezioso si scurisca. Straordinaria l’ultima parte della visita con il magnifico chiostro con volte a crociera. La giornata sta procedendo nel migliore dei modi con il sole che splende nel cielo. Uscito dal castello mi dirigo alla vicina chiesa di S.Emmeram, anch’essa prodiga di sorprese. A tre navate, presenta un tripudio di stucchi e di affreschi rococò dei fratelli Asam (la cui arte ho già apprezzato a Monaco). I più grandi ornano la volta e il presbiterio. Sparse nelle navate laterale ci sono tombe di personaggi illustri, come nel nartece con capitelli lavorati, letteralmente tappezzato di lastre tombali. Dopo essermi presentato al lontano hotel Wiendl, al di là della stazione, ritorno in centro proseguendo fino ad Haidplatz dove si affacciano edifici storici come la Neue Waag, la vecchia pesa pubblica e la Gasthof Goldenes Kreuz, casa torre a sette piani della locanda della Croce d’oro risalente al ‘200. Ma tutto il centro è alquanto affascinante con le sue case coi tetti a spioventi e con colori a pastello. Per finire il lato culturale della città mi reco alla St.Jacob, parte di un convento benedettino costruito dai monaci irlandesi nella seconda metà dell’XI secolo. La chiesa vanta un bel portale con, nelle scultura, reminescenze del mondo celtico-romano. L’interno, a tre navate, non dona molto al visitatore oltre ad un paio di statue policrome di San Giacomo e della Vergine e un crocefisso del 1180 circa. E’ ora di prendersela un po’ comoda perciò guadagno la riva del Danubio passeggiando prima sulla Keplerstrasse dove nella casa al n°5 visse e morì il grande astronomo Keplero. Il famoso ponte Steinerne, un vero capolavoro dell’ingegneria medievale, con 16 campate e 320 metri di lunghezza è in ristrutturazione perciò mi contento di immaginarlo quando dal 1135 era rimasto per secoli l’unico passaggio sul fiume garantendo le fortune commerciali della città. Oggi è il più antico ponte in pietra in terra tedesca e pare che abbia ispirato il Ponte Carlo di Praga. Dopo tutti i chilometri percorsi mi è venuto appetito e così approfitto di un caratteristico locale all’aperto in riva al Danubio, il Burstkuchl, per cenare con sei schweinsbratwurst (salsiccie di maiale arrosto) e crauti bagnati da una lager della Jacob. I piedi cantano ed è ora di tornare in albergo dato che domattina dovrò alzarmi addirittura alle 3.50. Colazione presso un vicino distributore di benzina e salgo poi sul primo treno, che parte alle 4.52 per Ingolstadt dove ne prendo poi un secondo che mi porta nella città di Augusta. Il meteo oggi è ostile, piove abbastanza, ma questo non sarà sufficiente a impedirmi la visita dei luoghi che mi ero prefisso. M’incammino perciò verso il primo del programma: Fuggerei, forse il più antico quartiere di edilizia popolare del mondo. Costruito da Jacob Fugger nel 1514, è costituito da 67 casette a due piani, per un totale di 140 appartamenti di 60 mq. circa che il potente finanziere assegnò a condizione di favore ai cittadini cattolici caduti in povertà. Oggi il quartiere è abitato per lo più da coppiette di anziani che pagano lo stesso affitto di un tempo: 0,88 euro l’anno. Ritorno verso il centro e giungo alla grande Rathausplatz. In mezzo è la fontana bronzea di Augusto e di fronte il Rathaus, il Municipio, alleggerito da sette ordini di finestre. Il corpo centrale è coronato da un frontone con l’emblema della città. Alla sinistra dell’edificio è il Perlachturm, una torre alta 70 metri dalla cui cima si godrebbe del migliore panorama sulla città, ma non ho voglia e tempo di attendere l’orario di apertura, col rischio poi di perdermi la chicca della giornata: il Munster di Ulm. Proseguo perciò fino al Duomo, dalla struttura bicefala, senza facciata, ma con due cori. Inizio dalla navata di destra, dove nei pressi del coro occidentale è presente lo stupendo finestrone di Salomone. La perla di questa chiesa resta però la serie di finestre nel cleristorio destro con i cinque finestroni dei profeti del ciclo di pittura su vetro più antico del mondo, fine XI secolo. Sempre a destra, sulle colonne, sono presenti pregevoli dipinti di cui tre sono del grande Hans Holbein, il vecchio (1493). Al termine della navata è l’altare di marmo rosso, datato 1595. Passando in quella opposta non posso che restare meravigliato dinnanzi al bellissimo finestrone della Madonna. Fuori ha smesso di piovere così ritorno più agevolmente verso Rathausplatz, la pedonale Annastrasse e quindi alla stazione dove alle 10.05 riparto per Ulm dove giungo alle 10.49. Non voglio perdere tempo e mi dirigo velocemente verso il Dom, situato in un ampia piazza coperta quasi interamente dalle bancarelle del mercato. Il mito, la chiesa che ho sempre voluto visitare è qua, davanti a me. Il suo campanile è il più alto del mondo: 161 metri e il portico d’ingresso a tre arcate non è meno significativo, ricco com’è di statue del Maestro Hartmann. Il doppio portale, invece, è stato realizzato da Jorg Syrlin il giovane con statuine degli apostoli negli archivolti e figure di evangelisti e martiri sulle pareti laterali. Ci siamo… è ora di salire, acquisto il biglietto e con passo cadenzato comincio a macinare gradino dopo gradino. Sono passati ormai otto dal mio ultimo trekking, al Ruwenzori, uno dei più massacranti del mondo. Ma paiono secoli, da quando sono impossibilitato ad allenarmi alla corsa a causa di un problema al ginocchio destro. Fa niente! Cercando di mantenere la respirazione e il passo costante salgo ugualmente superando i 100, 200, 300 scalini. Alla piattaforma dopo i 340 c’è un locale dove sono presenti foto delle più belle e alte chiese gotiche d’Europa, fra cui anche il Duomo di Milano. Finalmente giungo alla piattaforma principale, dopo 504 scalini a chiocciola. Ammiro il bel panorama, ma il mio pensiero è solo rivolto alla cima, perciò salgo ancora, questa volta con difficoltà, anche per via del ridotto spazio delle scale che obbliga a contorsioni in presenza di qualcuno che, invece, deve scendere. Eccomi in cima, alla guglia, dopo 683 scalini. Il terrazzino circolare è così minuscolo che non si può percorrerlo agevolmente con lo zaino in spalla, avrà un diametro di due metri. Mai prima d’ora ero salito fino ad una postazione così stretta, e non credo neppure che ne esistano altre. Goduto dello splendido panorama sulla città e sul Danubio dalla cima e, in seguito, dalla terrazza principale, ridiscendo dedicandomi infine all’interno, con cinque navate a crociera. Le laterali sono sostenute da colonne cilindriche, mentre quella centrale da alte policolonne che danno slancio alla struttura. I finestroni laterali e quelli del cleristorio sono semplici, ma le sei presenti nell’abside sono magnifiche, come stupendo è anche il ciborio quattrocentesco a torre ornato da statue. Mirabili sono gli stalli lignei del coro con statuette, busti e rilievi intagliati sempre da Syrlin. Da citare anche, sopra il presbiterio, il maestoso affresco del giudizio finale del 1471. Bene, il viaggio è terminato. E’ meglio tornare in stazione e raggiungere Stoccarda il più presto possibile, non mi piace essere così lontano dall’aeroporto il giorno del ritorno. Treno per la Hauptbahnhof di Stuttgard e poi quello per il Messe airport. Non c’è altro da aggiungere, sono molto stanco, ma contento di aver incastonato ben cinque perle di Germania.

 

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